Avrebbero esportato illegalmente circa 3.500 tonnellate di rifiuti pericolosi e non, tutti pezzi di auto fuori uso, per un valore accertato di profitti illeciti pari a oltre 1,7...
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Stando alle indagini, coordinate dal pm Renato Nitti, gli indagati avrebbero spedito per anni - almeno a partire dal 2014 - dai porti italiani di Bari, Genova e Salerno, ingenti quantitativi di veicoli fuori uso e parti di essi, rimorchi, serbatoi, motori, pneumatici, non preventivamente sottoposti a trattamenti, bonifiche e messa in sicurezza (nonostante falsi documenti lo attestassero), ma semplicemente tagliati (cannibalizzati). Così avrebbero risparmiato milioni di euro di spese di smaltimento dei rifiuti. Erano gli stessi indagati, nelle intercettazioni, a definirli «munnizz», consapevoli di commettere attività illecita tanto che, in una conversazione, uno di loro dice «uccidi il forestale». I rifiuti erano prevalentemente destinati in Iran, Libia, Egitto, Giordania, Afghanistan, Togo, Somalia, Iraq, Nigeria e atri Paese di Africa e Asia. L'attività di indagine è stata eseguita dai Forestali in collaborazione con il Servizio nazionale Antifrode dell'Agenzia delle Dogane. «La cattiva gestione dei rifiuti in Europa produce effetti duraturi sull'ambiente di Africa e Asia, dove interi territorio sono ormai discariche con la nostra immondizia» hanno detto gli inquirenti spiegando in conferenza stampa i dettagli dell'operazione, ribattezzata «Cannibal Cars». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino