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Covid e influenza rovinano il primo scorcio di feste di Natale a circa 30mila salernitani. Il numero dei pazienti alla prese con sintomi influenzali e parainfluenzali, infatti, è in crescita e gli esperti mettono in guardia. Di questi, circa 24mila sono quelli nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, mentre sono intorno ai 1.300 i bambini colpiti nella fascia 0-4 anni. Incontrare altre persone quando si «è affetti da una qualsiasi malattia infettiva respiratoria non è un atto eroico. È un’imprudenza per se e per gli altri. Per sé, in quanto qualsiasi malattia virale anche in un soggetto giovane e in buone condizioni fisiche merita la dovuta attenzione per evitare il rischio di complicanze. Per gli altri, in quanto andando in giro con l’influenza, inevitabilmente, per quanto possiamo stare attenti, diffondiamo il contagio», dicono i medici. I salernitani che trascorreranno le festività alle prese con i malanni di stagione saranno circa 30mila. Tante le persone con influenza, raffreddori, tosse e altri virus respiratori. Di questi, circa 24mila sono quelli nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni, mentre sono intorno ai 1300 i bambini colpiti nella fascia 0-4 anni. Non manca poi il Covid, che si conferma anche negli ultimi sette giorni con una media di 1500 casi in provincia e con sintomi variegati, più o meno accentuati. Per tutti la raccomandazione principale è non fare gli eroi: «Non vi imbottite di farmaci fino ad azzerare i sintomi - è il monito dei camici bianchi – pur di partecipare a tavolate e riunioni di famiglia perché fate male voi stessi e soprattutto agli altri». L’elevato numero di persone malate, durante questo Natale, dipende da una serie di fattori. Quest’anno c’è stato il ritorno a una nuova normalità che «ci ha portati tutti ad abbassare la guardia rispetto al passato, e poi perché abbiamo avuto grandi sbalzi termici che favoriscono alla grande questi virus». Secondo gli esperti, si tratta di «patologie da non sottovalutare», anche se «questa normalità ce la dobbiamo godere perché ce la meritiamo - sottolinea - e per far sì che ciò avvenga in serenità ci sono delle raccomandazioni di buonsenso da rispettare». Il consiglio è di far ventilare gli ambienti in casa, quando ci sono tante persone riunite. È opportuno, poi, rispettare le essenziali regole di igiene: lavaggio delle mani e non solo. È bene usare la mascherina quando ci sono i fragili. La raccomandazione per tutti è, innanzitutto, il riposo per quanto possibile, e solo per i fragili, laddove indicato, l’aggiunta dell’antivirale. Per gli altri si possono assumere farmaci antinfiammatori, a patto che si faccia un’automedicazione responsabile. No assoluto all’antibiotico autoprescritto e, comunque, sempre rispettando i dosaggi prescritti per attenuare i sintomi senza azzerarli.
«Se noi azzeriamo i sintomi, facciamo il gioco del virus – evidenziano i camici bianchi – intanto perché, imbottiti di medicine facciamo tutto quello che non dovremmo fare, cioè partecipiamo alla convivialità natalizia, che mette a rischio noi e gli altri». Ricordiamo, poi, che la febbre stessa è un sintomo positivo dell’organismo, dell’infiammazione intesa come risposta immunitaria per colpire il virus. Quindi, ciò non significa stare con il febbrone da cavallo, ma neanche fare gli eroi ignorando la malattia. Infine, se si ha un qualche sintomo, si può indossare una mascherina chirurgica che, come abbiamo imparato, protegge gli altri, a differenza della FFp2 che ci protegge anche dagli altri. La vaccinazione rimane, comunque, un atto di assoluta responsabilità.
Il Mattino