Truffa su caciocavalli e mozzarelle: arrestati dipendenti caseificio nel Salernitano

Truffa su caciocavalli e mozzarelle: arrestati dipendenti caseificio nel Salernitano
SASSANO - Una vera e propria truffa della mozzarella quella messa in atto da due persone nel Vallo di Diano e scoperta dai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, guidati...

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SASSANO - Una vera e propria truffa della mozzarella quella messa in atto da due persone nel Vallo di Diano e scoperta dai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, guidati dal capitano Emanuele Corda. Secondo l'accusa, infatti, i due si appropriavano indebitamente e rivendevano in nero prodotti caseari del Vallo di Diano, ed in questo modo avrebbero messo in piedi una maxi-truffa da da 150mila euro.




Nella giornata di ieri, i militari hanno tratto in arresto due persone, una di Sassano e una di Buonabitacolo, per il reato di truffa in concorso ed appropriazione indebita.



La coppia infatti aveva messo in atto un sistema che permetteva di rivendere “in nero” prodotti caseari a negozi del Vallo di Diano e della Toscana, truffando i rispettivi datori di lavoro.



Nello specifico il dipendente di un caseificio, addetto al trasporto di latticini e formaggi, attestava falsamente, redigendo fatture false, di aver scaricato merce presso un supermercato di Montesano sulla Marcellana, avvalendosi della complicità di un dipendente del supermercato.



I militari della stazione di Buonabitacolo e del Nuclo Operativo e Radiomobile, che hanno effettuato le indagini, monitorando per giorni gli spostamenti della coppia, hanno anche rinvenuto parte della merce che era stata piazzata sul mercato nero, denunciando i titolari di un negozio di Sassano e di un paese nella provincia di Pisa per ricettazione.



All’interno degli esercizi commerciali sono stati infatti rinvenuti latticini per un valore complessivo ammontante a circa 16.000 euro. I numeri della truffa però -secondo i Militari dell’Arma- ammonterebbero a circa 150mila euro. Gli arrestati sono ora ristretti presso le loro abitazioni in regime di arresti domiciliari, in attesa di essere sentiti dall’Autorità Giudiziaria di Lagonegro.
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Il Mattino