Truffa dello specchietto agli anziani, ​scacco alla banda in trasferta

Truffa dello specchietto agli anziani, scacco alla banda in trasferta
Da Sarno alla capitale, a Roma, per truffare anziani con il classico escamotage del finto danno arrecato allo specchietto o alla propria auto. Ci sono anche due persone di Sarno...

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Da Sarno alla capitale, a Roma, per truffare anziani con il classico escamotage del finto danno arrecato allo specchietto o alla propria auto. Ci sono anche due persone di Sarno tra i quattro soggetti raggiunti da un’ordinanza cautelare notificata dal gip del tribunale di Roma. Le due persone residenti nell’Agro nocerino sarnese sono finite agli arresti domiciliari, accusati in concorso di truffa ed estorsione. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione Roma San Pietro, partite - ufficialmente - dopo la denuncia sporta da un uomo di 84 anni, la prima vittima del gruppo, coinvolto nella cosiddetta «truffa dello specchietto». E poi sottoposto anche ad estorsione, in un secondo momento. Proprio grazie alla sua testimonianza, unito ad un lavoro di comparazione fotografica, gli inquirenti hanno potuto individuare le quattro persone che agivano sempre su Roma e in zone della Capitale.


L’obiettivo era di agganciare e colpire i soggetti prescelti, quasi sempre anziani, che venivano coinvolti in falsi incidenti stradali e poi indotti, con l’inganno ma anche con minacce, a versare somme di denaro per risolvere «bonariamente» la controversia. Il modus operandi era sempre lo stesso: uno degli indagati faceva notare il danno arrecato, per finta, alla propria auto da quella della vittima. Da un veicolo fermo o che marciava più lentamente, veniva lanciato qualcosa che arrivava sulla fiancata dell’auto del malcapitato prescelto, provocando un leggero rumore. A quel punto l’auto dei truffatori si accostava a quella della vittima, facendo notare il danno. Da lì partiva la pretesa di un risarcimento in denaro per evitare compilazioni di moduli, burocrazia e constatazioni amichevoli. Stando alle indagini, alcuni degli indagati avrebbero anche vantato conoscenza e rapporti di parentela con clan criminal Leggi l'articolo completo su
Il Mattino