Truffa sulla vendita di auto di lusso, avviso chiusura indagini per nove

Truffa sulla vendita di auto di lusso, avviso chiusura indagini per nove
SAN VALENTINO TORIO - Indagini chiuse per le nove persone coinvolte in un giro di truffe sulla vendita di auto di lusso. La Procura di Nocera Inferiore ha concluso ufficialmente...

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SAN VALENTINO TORIO - Indagini chiuse per le nove persone coinvolte in un giro di truffe sulla vendita di auto di lusso. La Procura di Nocera Inferiore ha concluso ufficialmente le indagini, contestando ad un uomo e a i suoi due figli, oltre che ad altre persone ritenute complici, l'avviso di garanzia con le accuse di associazione a delinquere, falso, truffa e riciclaggio. Il meccanismo ricostruito individua le proposte via Facebook della vendita di automobili a facoltosi clienti stranieri, in particolare francesi e tedeschi. Il gip non ravvisò in prima battuta l’esistenza dell’associazione, contestando solo i singoli fatti truffaldini. Ma la procura ha ora riproposto il vincolo associativo. Il gruppo avrebbe attratto acquirenti stranieri in Italia con proposte di vendita di vetture di lusso o d’epoca, offerte a prezzi comodi ed inferiori rispetto a quelli di mercato. 


I clienti giungevano poi in Italia, alloggiando in alberghi e ristoranti per visionare le auto, per poi avviare la trattativa di un accordo di fiducia. Le persone ritenuti promotori delle truffe riuscivano anche ad ottenere un pagamento cospicuo a titolo di anticipo. Tra le auto utilizzate per le truffe c’erano una Triumph tr6, una Giulietta Sprit e una Gt dell’Alfa Romeo, una Porsche 911 e una Volkswagen Golf Cabrio. Per il riciclaggio di 189mila euro, ritenuti provento di una truffa, sono indagati invece padre e i due figli. I soldi - sempre secondo le accuse - sarebbero stati impiegati in una palestra di San Valentino Torio, poi finita sotto sequestro. Le attrezzature sarebbero state acquistate con cinque bonifici bancari provenienti dal conto maltese intestato al padre, ritenuto promotore del giro truffaldino. Gli indagati hanno venti giorni dal momento della notifica per chiedere di essere ascoltati dal magistrato titolare dell’inchiesta o per depositare memorie difensive, prima della successiva richiesta di rinvio a giudizio con la fissazione dell’udienza preliminare.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino