SALERNO - Largo Barbuti non è più un’area tutta pubblica. La famiglia Tarcinale, di origini ebolitane, ha vinto una causa con il Comune di Salerno. Cento...
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«La sentenza del tribunale civile di Salerno potrebbe costare all’ente pubblico una cifra che si oscilla tra i 300 e i 500 mila euro» afferma l’avvocato Lina Mastia, legale della famiglia Tarcinale.
L’alternativa è terribile. Accanto al teatro Barbuti potrebbe nascere un manufatto privato. Senza tralasciare un particolare di non secondario aspetto. Con quello spazio di fatto «requisito» bisognerà prevedere una trattativa per garatire lo spazio adeguato allo svolgimento della storia stagione teatrale estiva o accontentarsi di una riduzione dello stesso spazio a disposizione. Un compromesso tra le parti, a questo punto, appare logico e auspicabile.
Il Comune ha ancora una carta da giocare. Può fare ricorso in appello. Prima dovrà attendere le motivazioni della sentenza. Un dispositivo atteso da 44 anni dalla famiglia Tarcinale.
Il braccio di ferro è iniziato nel 1972. La famiglia salernitana abitava in largo Barbuti quando venne mandata via. Il palazzo di due piani fu demolito. Ne nacque uno slargo, suggestivo. E un contezioso giudiziario, infinito. Il ricorso presentato dall’avvocato Mastia è stato accolto il 17 settembre scorso. La sentenza porta la firma del giudice Giuseppe Fortunato. Il dispositivo non cancellerà il teatro all’aperto ma ora il Comune dovrà trovare un accordo con la famiglia Tarcinale per risarcire la «quota ideale» riconosciuta dal giudice. Il termine per gli addetti ai lavori è da decifrare. L’avvocato Mastia non si schermisce dietro formule tecniche: «La famiglia Tarcinale è ora proprietaria di quei 100 metri quadrati. Attendiamo un’offerta dal Comune di Salerno. Altrimenti i miei clienti saranno liberi di muoversi come legittimi proprietari».
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Il Mattino