Voti barattati con la concessione di lavori pubblici. Il pm Vincenzo Montemurro, ha chiesto il rinvio a giudizio per quattordici protagonisti dell’inchiesta...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Secondo le accuse della Procura l’ex assessore e i comunali coinvolti nelle indagini, abusando dei poteri d’ufficio, avrebbero consentito alla società di Russo lavori urgenti di rifacimento a un muro di sostegno di una strada, in assenza delle procedure di gara e di formale aggiudicazione dei lavori avvenuta solo a maggio 2012 mentre i lavori (per circa 41mila euro) sarebbero stati effettuati tra gennaio-febbraio 2012. Il tutto attestando falsamente, da qui l’accusa di falsità ideologica, in una determina un iter istruttorio con una ricerca di mercato. Alla coop furono liquidati lavori (per 50mila euro) a prefabbricati leggeri di proprietà dell’ente. Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per la funzionaria del IV settore Francesca Milione e per l’ex assessore Napoleone Cioffi (opere pubbliche) che avrebbero omesso di redigere e inoltrare segnalazione su un illecito edilizio – una terrazza coperta – commesso da un ristoratore: i due rispondono, con l’Attanasio, di omessa denuncia di un reato e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, poiché avrebbero accettato di ritardare o omettere un atto in assenza di provvedimenti di fronte ad un illecito che era noto (fatti commessi tra il 2006 e 2007).
Rischiano il processo, con l’accusa di concussione, anche Francesco Porcelli, geometra part-time presso il V settore (tutela ambientale, pianificazione del territorio) del Comune, che avrebbe richiesto a più persone denaro per risolvere illecitamente abusi edilizi che si evincevano da pratiche visionate tra il 2006 e il 2010 e Antonello Russo, che avrebbe rilevato notizie segrete inerenti al procedimento penale sulla coop Libera. L’inchiesta travolse anche gli esponenti della famiglia Zullo: Dante, Geraldine e Vincenzo per una serie di ipotesi usurarie, e Carmela Lamberti che, insieme agli Zullo, pretendeva forniture di capi di abbigliamento; Gianluigi Ciuccio e Vincenzo Coppola per assegni con firma falsa. Anche per loro è stato chiesto il rinvio a giudizio. Rischia infine 4 anni di reclusione Carmine Trezza accusato di riciclaggio di assegni. La sentenza, davanti al ricco collegio difensivo (tra i legali Carlo Di Ruocco e Teresa Sorrentino), è prevista il prossimo 7 novembre. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino