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Aumentano notevolmente il numero di pet che si tengono in casa e la professione del veterinario è sempre più richiesta. Secondo i dati del rapporto Assalco-Zoomark 2020 , si stima che nel 2019 erano presenti in Italia 60,27 milioni di animali d'affezione, confermando un rapporto di 1 a 1 tra gli animali da compagnia e la popolazione residente in Italia (stimata a 60,36 milioni). Sempre secondo il rapporto, i pesci sono gli animali da compagnia maggiormente presenti in Italia, per un totale di 29,9 milioni di esemplari (ovvero circa la metà del totale dei pet che vivono nelle famiglie italiane). Secondo i dati dell'osservatorio Coop 2020 , poi, sono 7,8 milioni gli italiani che, al termine della quarantena, hanno acquistato o adottato un pet (o hanno intenzione di farlo in un prossimo futuro), a dimostrazione di come gli animali di affezione costituiscano una parte importante della vita degli italiani. «Con un aumento considerevole della presenza di animali d'affezione nelle case degli italiani, è normale che la professione veterinaria sia percepibile come una professione attrattiva» racconta Guglielmo Giordano, fondatore e amministratore unico di MyLav, laboratorio di analisi veterinarie privato con un'esperienza ventennale, a servizio dei medici veterinari, liberi professionisti, di tutta Italia.
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«I medici veterinari, infatti, hanno visto nell'ultimo biennio - spiega - un aumento considerevole degli animali di affezione portati a visita; questo fenomeno è da ricollegarsi anche all'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus e al conseguente isolamento sociale che ha portato, spesso, all'adozione di animali di famiglia in grado di colmare quel vuoto causato dall'isolamento e dalla chiusura.
Il settore veterinario vanta un aumento considerevole di donne che si approcciano alla professione. Sono oltre 33.300 i medici veterinari in italia e il 46,5% di questi sono donne, contro il 53.5% della controparte maschile, numeri che dimostrano come le quote rosa si stiano alzando sempre di più, arrivando ad essere una parte importante in quasi tutte le professioni medico scientifiche. Secondo i dati dell'ultimo rapporto di Almalaurea , nel 2019 i laureati nella facoltà di Medicina veterinaria sono stati 953,10 in più dell'anno precedente, e a un anno dal conseguimento del titolo, il 56,5% di loro ha dichiarato di lavorare. Sempre secondo Almalaurea, su 412 medici veterinari laureati da un anno, l'82,5% afferma di avere iniziato a lavorare subito dopo la laurea. Solo il 6,8% sta proseguendo l'attività iniziata prima di conseguire il titolo accademico. Possono quindi essere diverse le opportunità professionali per chi si laurea in medicina veterinaria: dallo svolgere un'attività libero professionale, dedicandosi ai cani e gatti, o in alternativa alle specie zootecniche, fino a ricoprire i diversi possibili ruoli nel Servizio Veterinario di Sanità pubblica animale, senza escludere la possibilità di trovare un impiego in ambito industriale, formativo o laboratoristico.
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