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La tendenza al surriscaldamento è ormai strutturale in Italia e a preoccupare è anche l'innalzamento dei livelli del mare i cui effetti si fanno già sentire sulle coltivazioni. Lo rileva la Coldiretti, secondo la quale l'acqua salata penetra nell'entroterra, brucia le coltivazioni nei campi e costringe all'abbandono l'attività agricola alla foce del Po. La risalita del cuneo salino, ossia l'infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, infatti rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni agricoli. Uno scenario già in atto che va ad aggravare le perdite provocate dai cambiamenti climatici nei campi arrivati a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni.
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L'agricoltura, infatti, è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze degli sfasamenti stagionali caratterizzati da fenomeni estremi, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Ed è questa, conclude la Coldiretti, la nuova sfida per le imprese che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.
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