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Il covid potrebbe «restringere il cervello», ridurre il volume della materia grigia, con probabili ripercussioni sulla funzionalità del sistema nervoso anche a lungo termine. Lo rivela uno studio condotto su 120 pazienti presso il Georgia Institute of Technology e pubblicato sulla rivista Neurobiology of Stress. I ricercatori hanno dimostrato che la riduzione di materia grigia riguarda soprattutto la zona frontale e temporale della corteccia cerebrale e che si verifica soprattutto in quei pazienti ospedalizzati che hanno avuto bisogno di ossigeno o che hanno avuto febbre, segno che la carenza di ossigeno e l'elevata temperatura possono avere un impatto sul sistema nervoso.
Già diversi studi hanno dimostrato nei mesi scorsi che il Covid si associa a complicanze neurologiche, non infrequenti soprattutto nei pazienti gravi.
Gli esperti hanno visto che la riduzione si verifica più spesso in quei pazienti che hanno avuto bisogno di terapia con l'ossigeno o che hanno avuto febbre. Inoltre hanno visto che la riduzione della materia grigia è un buon marcatore dello stato generale di salute del paziente a lungo termine, infatti, più risulta ridotta la materia grigia al momento delle dimissioni, maggiore e di più lunga durata sarà la disabilità del paziente post-covid.
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