Il video-consulto con circa 300 pazienti in isolamento affetti da emicrania episodica e cronica ha consentito di elaborare, e analizzare, gli effetti del lockdown sulla patologia....
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Come ci possiamo spiegare questi risultati in apparenza contraddittori? «Il cervello di chi soffre di emicrania sporadica è molto vulnerabile a diversi fattori scatenanti gli attacchi, come lo stress derivante dalle attività frenetiche della vita quotidiana che, evidentemente, nel periodo di quarantena hanno subito un drastico ridimensionamento», spiega il professore Gioacchino Tedeschi e continua: «In questi pazienti, in altri termini, la tranquillità forzata della quarantena produceva un benessere che superava l'effetto »stressante« dell'essere in isolamento o del vivere nel corso di una pandemia. Al contrario, il cervello dei pazienti affetti da emicrania molto frequente (la cosiddetta emicrania cronica) è caratterizzato da una sorta di cortocircuito con produzione di attacchi meno dipendenti dai fattori scatenanti della vita di tutti i giorni (la cui riduzione o eliminazione pertanto non porta beneficio). Pertanto, in questi pazienti è prevalso l'effetto »stressante« legato al distanziamento sociale forzato, all'ansia e ai timori tipici dei periodi di quarantena», e conclude: «Malgrado l'emergenza Covid -19, il nostro Centro Cefalee ha continuato, con i video-consulti, ad assistere i pazienti con la stessa attenzione e dedizione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino