Napoli, l'Università Vanvitelli riorganizza Neurologia con la digitalizzazione

Napoli, l'Università Vanvitelli riorganizza Neurologia con la digitalizzazione
Il video-consulto con circa 300 pazienti in isolamento affetti da emicrania episodica e cronica ha consentito di elaborare, e analizzare, gli effetti del lockdown sulla patologia....

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Il video-consulto con circa 300 pazienti in isolamento affetti da emicrania episodica e cronica ha consentito di elaborare, e analizzare, gli effetti del lockdown sulla patologia. Il team del Professore Gioacchino Tedeschi -Direttore della I Clinica Neurologica dell'AOU «Luigi Vanvitelli» e Presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN) - grazie al servizio di video-consulto, ha valutato diversi fattori ambientali caratterizzanti il momento: la necessità di trascorrere molte ore in casa, le lunghe ore davanti ai computer, la possibilità di muoversi poco o nulla. Dai dati dello studio è emerso che gli emicranici con pochi episodi di mal di testa al mese hanno osservato un miglioramento della frequenza e dell'intensità degli attacchi; al contrario gli emicranici con un elevato numero di mal di testa al mese (almeno 15 giorni al mese) hanno registrato un aggravamento, per intensità e per numero.


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Come ci possiamo spiegare questi risultati in apparenza contraddittori? «Il cervello di chi soffre di emicrania sporadica è molto vulnerabile a diversi fattori scatenanti gli attacchi, come lo stress derivante dalle attività frenetiche della vita quotidiana che, evidentemente, nel periodo di quarantena hanno subito un drastico ridimensionamento», spiega il professore Gioacchino Tedeschi e continua: «In questi pazienti, in altri termini, la tranquillità forzata della quarantena produceva un benessere che superava l'effetto »stressante« dell'essere in isolamento o del vivere nel corso di una pandemia. Al contrario, il cervello dei pazienti affetti da emicrania molto frequente (la cosiddetta emicrania cronica) è caratterizzato da una sorta di cortocircuito con produzione di attacchi meno dipendenti dai fattori scatenanti della vita di tutti i giorni (la cui riduzione o eliminazione pertanto non porta beneficio). Pertanto, in questi pazienti è prevalso l'effetto »stressante« legato al distanziamento sociale forzato, all'ansia e ai timori tipici dei periodi di quarantena», e conclude: «Malgrado l'emergenza Covid -19, il nostro Centro Cefalee ha continuato, con i video-consulti, ad assistere i pazienti con la stessa attenzione e dedizione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino