Asl Napoli 1: nuovi percorsi di cura per pazienti affetti da diabete

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«Le malattie croniche hanno bisogno di un approccio multidisciplinare e il diabete ne è il prototipo: ha bisogno di terapie tailor-made, praticamente cucite su...

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«Le malattie croniche hanno bisogno di un approccio multidisciplinare e il diabete ne è il prototipo: ha bisogno di terapie tailor-made, praticamente cucite su misura per ogni singolo paziente». Questa la sintesi di Vincenzo Nuzzo, responsabile scientifico con Antonio Maddalena del corso di aggiornamento dell’Asl Napoli 1 centro svoltosi al Culture Hotel Villa Capodimonte, su “Malattie Endocrino-metaboliche: il diabete e le sue complicanze”


La presidente del corso il direttore sanitario della Asl Napoli 1 centro, Maria Corvino che durante il suo intervento ha sottolineato l’importanza dell’integrazione e come «il paziente cronico debba essere preso in carico dl territorio dopo l’ospedale, perché solo così potranno esserci benefici per le strutture e per i pazienti, che sono gli attori principali della sanità campana».

Ricostruire i sistemi di cura post pandemia quindi e favorire l’integrazione tra ospedale e territorio sono stati gli argomenti maggiormente dibattuti durante la giornata di incontri e confronti a cui hanno medici chirurghi specialisti in medicina interna, diabetologia, neurologia, nefrologia, medicina generale, chirurgia vascolare, chirurgia plastica, radiologia, biologi e dietisti.

«Occorre, nella gestione di malattie come il diabete, un team di specialisti» aggiunge Nuzzo, che guida il reparto di endocrinologia e malattie del ricambio e della nutrizione all'ospedale del Mare di Napoli «per garantire appropriatezza delle cure e percorsi ben precisi». Mancanza di controlli medici e chiusure non hanno favorito i necessari screening. Per questo bisogna coinvolgere sempre più il territorio nella gestione di questi malati. Per il dottor Antonio Maddalena, responsabile Uosd cure palliative domiciliari Asl Napoli 1 centro è opportuno «iniziare a comprendere che la squadra è importante e ne siamo tutti protagonisti. Bisogna gettare le basi per favorire e incrementare una sempre maggiore integrazione tra territorio e presidi ospedalieri».

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Il Mattino