Tumore, nuova terapia: scoperti farmaci che agiscono sulle cellule resistenti alla chemio

Il nuovo studio è stato messo a punto dai ricercatori dell'Università di Padova ed ha portato a risultati molto incoraggianti

Tumore, nuova terapia: scoperti farmaci che agiscono sulle cellule resistenti alla chemio
La resistenza alla chemioterapia è una delle sfide più impegnative da affrontare nell'ambito dei trattamenti oncologici. Un nuovo studio realizzato dal...

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La resistenza alla chemioterapia è una delle sfide più impegnative da affrontare nell'ambito dei trattamenti oncologici. Un nuovo studio realizzato dal Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell'Università di Padova getta ora nuova luce sui farmaci che agiscono sul metabolismo delle cellule tumorali, chiamati comunemente antimetaboliti. Proprio questi farmaci, infatti, sembrano essere particolarmente attivi nel trattamento delle cellule tumorali resistenti alle terapie.

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Gli studi sul medulloblastoma 

I ricercatori di Padova, nell'articolo pubblicato sulla rivista "Acta Neuropathologica Communications", hanno fatto particolare riferimento al medulloblastoma, un tumore cerebrale pediatrico ancora difficile da curare e spesso refrattario alla chemioterapia

Per cercare di chiarre quali siano i meccanismi molecolari che permettono ad alcune cellule tumorali di resistere alla chemioterapia, i ricercatori dell'Università di Padova insieme a colleghi dell'Istituto di Ricerca Pediatrica - Città della Speranza, hanno quindi esposto ciclicamente alcune cellule di medulloblastoma derivate dai pazienti alla stessa combinazione di farmaci comunemente utilizzata in clinica.

 

 

I risultati

Grazie a questi esperimenti, i ricercatori hanno mostrato che le cellule di medulloblastoma resistenti alla chemioterapia sono in grado di stravolgere completamente molteplici processi intracellulari.

Le cellule tumorali contrastano quindi i danni provocati dai farmaci e riescono ad adattarsi ai trattamenti farmacologici. È proprio questa riconfigurazione metabolica, però, che può però trasformarsi nel punto debole di queste cellule. Si tratta di un risultato estremamente rilevante. Molti dei farmaci identificati, infatti, sono già approvati e impiegati nel trattamento di altre neoplasie anche pediatriche; ciò significa che il loro potenziale impiego futuro impiego nel trattamento del medulloblastoma potrà essere molto più rapido e semplificato. Un percorso molto più complesso di test sperimentazione dovrebbe invece essere portato avanti nel caso di farmaci ancora non in vigore.  

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino