Covid, il vaccino di AstraZeneca non arriverà a breve: ecco il motivo del ritardo

Covid, il vaccino di AstraZeneca non arriverà a breve: ecco il motivo del ritardo
Ritardo per il vaccino contro il covid di AstraZeneca. Il candidato vaccino elaborato dall'università di Oxford, in collaborazione fra gli altri con...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ritardo per il vaccino contro il covid di AstraZeneca. Il candidato vaccino elaborato dall'università di Oxford, in collaborazione fra gli altri con l'Irbm di Pomezia richiederà ulteriori studi prima di poter essere diffuso. Ad ammetterlo è stato Pascal Soriot, numero uno della società farmaceutica produttrice AstraZeneca.

 

Leggi anche >Covid, ipotesi patentino rilasciato dopo il vaccino per spostarsi in Italia e all'estero

 

In un'intervista alla Bloomberg, Soriot ha amesso il ritardo nei test a pochi giorni dalla pubblicazione dei primi risultati sulla sperimentazione che indicavano un'efficacia del prototipo compresa fra il 62 e il 90% a seconda dei tipi di dosaggio (70% medio circa). Quei risultati erano stati in seguito oggetti di richiesta di chiarimenti e di dubbi su alcuni dati nella comunità scientifica internazionale. Il principale motivo del ritardo è proprio legato alla differenza di efficacia a seconda del dosaggio.

 

L'esito migliore (con un 90% di successi) è stato individuato con il dosaggio di una mezza dose, seguito dal richiamo di una dose intera a un mese di distanza, mentre con la classica doppia dose, l'efficacia si riduceva al 62%, sempre un mese dopo. Questa differenza è stata notata, tra l'altro, per errore, come ammesso in un’intervista a Reuters Menelas Pangalos, responsabile dell’area ricerca. Gli studiosi hanno analizzato entrambe le situazioni, traendo interessanti risultati, ma per poter avere la certezza necessaria per la divulgazione del vaccino servono ancora degli approfondimenti.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino