«Se qualcosa in ciò che fai non va storto, vuol dire che non stai innovando a abbastanza». Alla fine di maggio, dopo 10 anni, una navicella spaziale...
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SpaceX, Crew Dragon partita: in volo verso l'Iss, Usa nello spazio dopo 9 anni Diretta
L'ANEDDOTO
Musk è l'ultimo prototipo di imprenditore audace, capace di scommettere su qualcosa e portarla in fondo. Era l'estate del 2001 quando attorno alla piscina dell'Hard Rock Hotel di Las Vegas si stava tenendo una festa enorme. PayPal, il colosso dei pagamenti digitali e primo grande affare dell'imprenditore, era a un passo dall'essere quotata in borsa raggiungendo il valore di 160 milioni di dollari. Un evento da festeggiare in grande stile: alcol a fiumi, donne e musica caraibica. Eppure c'era un uomo insoddisfatto, come ricorderà Kevin Hartz, uno dei componenti della squadra di PayPal: «Elon se ne stava lì, sul bordo della piscina, a leggere un oscuro manuale missilistico sovietico tutto ammuffito». Dopo sei mesi, in Russia, Musk provò ad acquistare senza successo una navicella Soyuz.
LE CADUTE
Dopo un anno, nel 2002, da neomiliardario ha fondato SpaceX e dichiarato di voler costruire le proprie astronavi con il sogno di portare nello spazio i privati e poi, tra le risate generali, di rendere Marte abitabile. Diciannove anni dopo sono le immagini di Cape Canaveral a parlare per lui, proprio mentre il resto del mondo resta in attesa della prossima caduta. D'altronde Musk è così. Da un lato lancia moniti su Twitter in stile Donald Trump e solleva dubbi sul coronavirus, dall'altro tira fuori dal cilindro Hyperloop, i treni a levitazione magnetica considerati il futuro dei trasporti. Nel giro di una settimana viene accusato di molestie e inizia a vendere lanciafiamme.
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Prima si fa beccare dalla Nasa, partner nell'operazione spaziale, mentre fuma dell'erba e poi va ad un festival musicale e immagina con SolarCity, il fornitore di energia elettrica che ha acquistato nel 2016, un complesso residenziale fatto di soli pannelli solari. Ha una crisi isterica che lo fa finire in lacrime davanti alle telecamere e poi ripensa il futuro di ogni essere umano creando Neuralink, la società che sta sviluppando interfacce neurali impiantabili negli uomini per permettere ai computer di interagire con il nostro cervello. Il 48enne non ha sotto i piedi il pavimento lastricato d'oro sul quale hanno camminato e camminano nell'immaginario di tutti i visionari del nostro tempo. Non è Steve Jobs con il suo maglione a collo alto e il garage nella Silicon Valley. Non è Bill Gates con il sorriso timido e l'ambizione da filantropo. Non è Jeff Bezos con la sua voracità imprenditoriale e una struttura societaria che è una macchina da guerra. Musk, più che un mito, è un uomo che, a costo di restare impigliato nella portata delle sue imprese, cerca sempre di fare la storia.
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Il Mattino