Il ring è una pineta nella periferia di Roma. Due quindicenni giocano a fare i picchiatori e si massacrano di botte. Attorno, un pubblico di ragazzini estasiati li riprende...
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«Ho sedici anni, pubblico foto sexy così sarò famosa e farò tanti soldi»
TUTTO PER UN LIKE
Manuela (il nome è di fantasia), romana, è la mamma di due figli adolescenti e in quella rete fatta di dipendenze ci è finita dentro. Un anno fa decide di iscriversi sui social per dare un'occhiata ai suoi ragazzi. E comincia l'incubo. I profili dei suoi figli, una femmina di 11 anni e un maschio di 14, sono inizialmente quelli di tanti giovanissimi: selfie, video su Tik Tok, l'app musicale che fa impazzire i ragazzini. Ma dopo qualche mese qualcosa comincia a cambiare. «Mia figlia entra in contatto con un gruppo di ragazzini che hanno migliaia di follower. E in quel giro ci finisce anche il fratello». Un giorno sul cellulare del figlio ascolta un messaggio vocale di uno di loro: «Quella foto di tua sorella spacca, l'hai vista? C'ha i pantaloni abbassati, sembra che si sta spogliando. Questa foto la farà salire. Cioè, è una 2006, sai quanti follower guadagni?». La ragazzina può diventare una star di Instagram, aumentare i suoi seguaci, sperando poi forse in qualche sponsorizzazione. E così inizia a pubblicare foto sempre più spinte. Come farlo, glielo dicono loro. Manuela non si dà pace: «Pensi che i tuoi figli siano al sicuro, nella loro camera, a casa, e invece sono lì a farsi selfie e stories, a vendersi al mondo postando qualsiasi cosa». Ma sottovalutano i rischi (o forse no). Molte di queste foto, ragazzine di 12, 13 anni in tanga, con le magliette alzate, accovacciate sul letto finiscono infatti anche su profili pornografici per adulti, come Milf italiane 69 che ha 34 mila follower. «Mia figlia diventa così popolare da essere fermata dai ragazzini del quartiere per farsi fare le foto». E la compravendita dei seguaci si spinge oltre.
Sui social cominciano a comparire video di risse organizzate via chat. Tutto predefinito: luogo e orario per enfatizzare l'incontro e riprenderlo al meglio con il cellulare. E i suoi figli in quelle scazzottate ci finiscono in mezzo. Un pomeriggio la ragazzina viene presa a pugni da una più grande di 14 anni e trascinata per i capelli tra le risate di giovani armati di cellulare. Il video comincia a girare e a Roma diventa il caso del week end. E la popolarità su Instagram di chi lo ha postato schizza alle stelle.
I PORACCI DE ROMA
Qualche mese dopo tocca al figlio. La foto con la faccia sporca di sangue fa il giro della rete su gruppi come I poracci de Roma. Manuela denuncia tutto alle forze dell'ordine. Ma su Instagram non si ferma niente. Nelle stories (video che si cancellano dopo 24 ore) e nelle dirette di questi ragazzini gira di tutto. Minacce, insulti. Nessun post per non lasciare traccia. «Oggi se menano? Dove? Perché?», si informa qualcuno in chat. «Sì, pare in centro». Si sfidano per un like di troppo o per il solo gusto di farlo. Tutto sponsorizzato sui social come nulla fosse. I follower aumentano, i rischi anche.
Oggi molti di questi ragazzini si ritroveranno in centro a Roma per un grande raduno di tiktokers, gli appassionati dell'app più scaricata tra gli under 18. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino