Donne e pallone, Alba Parietti replica a Mughini: «L’onestà intellettuale non è il suo forte»

Donne e pallone, Alba Parietti replica a Mughini: «L’onestà intellettuale non è il suo forte»
Alba Parietti risponde a Giampiero Mughini, che in una lettera a Dagospia aveva scritto che, nel parlare di calcio, «novantanove volte su cento è una ragazza che si...

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Alba Parietti risponde a Giampiero Mughini, che in una lettera a Dagospia aveva scritto che, nel parlare di calcio, «novantanove volte su cento è una ragazza che si siede, sfodera le cosce, accavalla le gambe un paio di volte». 


Ecco la replica della Parietti: «L’età prende a qualcuno alle gambe ad altri la testa. Il successo di una donna in un settore maschile è ancora oggi fonte di frustrazioni di chi si è sempre dovuto barcamenare tra ospitate di gossip e raffinate dissertazioni filosofiche. Io arrivai a un successo in un programma di calcio, dopo 14 anni di gavetta, senza raccomandazioni, anzi, in una piccola televisione Telemontecarlo, che grazie a me e a una redazione sportiva straordinaria ma che fino ad allora non era stata valorizzata dal successo e grazie a me e alla capacità dei redattori divenne un fenomeno. Un caso. Galagoal divenne un cult e lo rimane, che Mughini lo voglia o no. Galagoal fu un grande successo e cambiò le sorti del calcio parlato in tv, fino ad allora considerato una messa cantata. Quasi vietata alle donne nonostante ci fossero ottime giornaliste sportive anche allora. Dalla Sbardella alla Ferrari e altre. Il grandissimo Vianello stesso, Fazio, la Ventura, la Gialappa’s, la D’Amico proseguirono su quella fortunata strada. Per me fu la consacrazione e per Telemontecarlo la svolta. Che fruttò denaro e cambiò le sorti di tutti noi. D’altronde dopo aver sentito Mughini il 25 aprile dire che la liberazione non è stata merito dei partigiani e dei civili antifascisti ma solo degli americani, giusto per il gusto di umiliarmi, ho capito che l’onestà intellettuale non è il suo forte. Trovo queste affermazioni, sulle donne nel calcio, volgari e dette da una persona che vive nel vezzo di sentirsi un intellettuale decisamente meschine. Sulla Collovati non esprimo opinioni, non ne vale la pena».

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Il Mattino