Andrea Delogu: «Raggirata da una raccolta fondi, mi sento una stupida». Cos'è accaduto

Andrea Delogu e le raccolte fondi poco trasparenti: «Io raggirata, mi sento una stupida. Aiutiamo solo chi aiuta»
Non si ferma l'inchiesta di Selvaggia Lucarelli sulle raccolte fondi e le donazioni poco trasparenti e anche Andrea Delogu porta la propria testimonianza con un lungo post su...

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Non si ferma l'inchiesta di Selvaggia Lucarelli sulle raccolte fondi e le donazioni poco trasparenti e anche Andrea Delogu porta la propria testimonianza con un lungo post su Instagram, poi ricondiviso dalla giornalista. Da anni la conduttrice abbraccia le cause di singoli individui che, dalle loro pagine social, attivano delle campagne di crowdfunding. Colpita dalle loro storie, decide di aiutarle personalmente destinando loro aiuti economici: «le preferivo perché pensavo “va direttamente a loro, aiuto un nucleo famigliare come avrei voluto avessero fatto con noi”».

Andrea Delogu "raggirata" da una raccolta fondi

«Ieri – spiega Andrea – mi chiama una cara amica dandomi della stupida, una persona a cui avevo creduto e che aveva attivato una raccolta fondi a cui avevo aderito, si è rivelata una che, un paio di anni fa, aveva trovato un metodo per guadagnare facilmente e fra l’elenco di persone raggirate di cui si vanta ci sono anche io». Come racconta la stessa conduttrice, la delusione è comprensibilmente grande, non solo per essere stata presa in giro, ma anche perché, se avesse devoluto le sue donazioni a delle associazioni fidate, sarebbe riuscita ad aiutare davvero delle persone meno fortunate. «Mi sento una stupida, ma sopratutto sento che potevo fare molto di più se avessi avuto la lucidità di capire che c’è modo di aiutare davvero passando per le associazioni, quelle riconosciute, quelle limpide e oneste». 

Delogu ne ricorda qualcuna, che negli anni ha imparato a conoscere, come il Banco Alimentare, Save The Children e InterSos: «ce ne sono tantissime altre meritevoli di fiducia, basta avere un pochino di tempo da dedicare per capire dove i nostri soldi andranno a finire». Nonostante la delusione, «non smetto di credere che il mondo sia fatto di catene di gentilezza, se le alimentassimo tutti rendendo, nelle nostre possibilità, la fortuna ricevuta, diventerebbe migliore in poco tempo, solo dobbiamo (devo) stare più attenti». E conclude: «Aiutare è un lavoro complicato e per farlo persone oneste e sincere hanno bisogno di noi. Aiutiamo chi aiuta. Solo quello».

 

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Il Mattino