Arcigay, Massimo Milani e Gino Campanella oggi sposi dopo 42 anni di convivenza: sono i fondatori

Arcigay, Massimo Milani e Gino Campanella oggi sposi dopo 42 anni di convivenza: sono i fondatori
Dopo 42 anni di convivenza hanno detto “sì” questa mattina Massimo Milani e Gino Campanella, fondatori dell’Arcigay. La cerimonia dell’unione civile...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Dopo 42 anni di convivenza hanno detto “sì” questa mattina Massimo Milani e Gino Campanella, fondatori dell’Arcigay. La cerimonia dell’unione civile nella Sala degli Specchi del Municipio di Giarre, città che i due sposi – palermitano Campanella (73 anni), romano Milani (66) – hanno scelto simbolicamente per ricordare il quarantennale dell’omicidio di Giorgio Giammona e Toni Galatola, due omosessuali che proprio nel paese a pochi chilometri da Catania furono assassinati il 30 ottobre del 1980.

 

 

Sala addobbata con fiori di zagara, arance e altri agrumi per questo secondo matrimonio di Massimo e Gino che si erano già “sposati” con una cerimonia “provocatoria” nel 1993 in piazza Pretoria a Palermo, davanti a Palazzo delle Aquile, sede del Comune, per rivendicare parità di diritti civili per le coppie formate da persone dello stesso sesso. A celebrare la cerimonia il sindaco di Giarre, Angelo D’Anna. Grande eleganza per gli sposi: Gino tutto in bianco, con un vestito firmato da Dolce & Gabbana, con gilet, camicia con jabot e una veletta che scendeva dal cilindro, tutto in rosso invece Massimo in un capo disegnato dalla stilista Morena Fanny Raimondo, corpetto di merletto, pantaloni corti, giacca da smoking rivisitata con un grande strascico e decorata con la scritta “o si è felici o si è complici”, titolo di alcuni versi del poeta omosessuale Nino Gennaro.

 

Testimoni l’attore Massimo Verdastro e l’attivista del movimento Lgbt+ Lorenzo Canale. A fare festa agli sposi soltanto trenta tra amici e familiari a causa delle restrizioni imposte dal Covid per le cerimonie pubbliche. Nel pomeriggio Massimo e Gino hanno portato il bouquet al cimitero di Giarre, lasciandolo in dono a Giorgio e Toni, vittime dell’omofobia quarant’anni fa, un atto di violenza che accelerò le battaglie del movimento omosessuale e portò alla nascita, a Palermo, dell’Arcigay.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino