Aurora boreale: il nuovo rifugio per ammirarla è un hotel galleggiante nella Lapponia svedese

Arctic Bath (foto Johan Jansson)
State pianificando il vostro viaggio alla ricerca dell’aurora boreale e cercate un posto nuovo per ammirarla? Non perdete l’occasione, allora, di scegliere Harads...

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State pianificando il vostro viaggio alla ricerca dell’aurora boreale e cercate un posto nuovo per ammirarla? Non perdete l’occasione, allora, di scegliere Harads nella Lapponia svedese, dove il 15 gennaio scorso ha aperto l’Arctic Bath, un affascinante hotel galleggiante lungo il fiume Lule, che d’inverno si trasforma in una placida e sconfinata distesa di ghiaccio. Immerso in un ambiente con un bassissimo livello di inquinamento atmosferico e luminoso, il rifugio è infatti perfetto per assistere allo spettacolo delle luci fluttuanti che rendono magiche le notti del Nord.


Questo gioiello di design è dotato di 12 cabine sull’acqua, dove trascorrere soggiorni indimenticabili, anche se non proprio alla portata di tutte le tasche: il costo di una doppia è di circa 900 euro. La struttura, raggiungibile volando fino a Luleå e poi in automobile, sorge a pochi metri dal celebre Treehotel, rinomato per le sue stanze sospese tra gli alberi secolari della foresta boreale, ed è attiva tutto l’anno. A realizzarla, sono stati gli architetti Bertil Harström, Johan Kauppi e AnnKathrin Lundqvist, che hanno optato per un albergo dalla forma circolare, al fine di creare un ambiente protetto.
 
In realtà, si tratta di un vero e proprio monumento in omaggio all’era della cosiddetta fluitazione. E, cioè, a quando il legname veniva trasportato lungo i fiumi della Svezia. Del resto, le foreste sono state determinanti per lo sviluppo del Paese scandinavo. Al centro dell’edificio principale, una vasca open air consente di tuffarsi nelle acque gelide del fiume; per dei caldi momenti di relax ci sono invece le tre saune dell’Arctic Bath e la sua spa, con diversi trattamenti wellness. Il palato, infine, troverà ristoro grazie ai prelibati piatti di local food degli chef Kristoffer Åström e Maarten De Wilde.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino