Rifiutarsi di pagare il parcheggiatore abusivo, e come 'premio' ricevere un bel danno alla macchina: è successo a Bari ad una ragazza, Marianna Panzarino, che...
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«Torniamo alla macchina e la troviamo danneggiata, perché non abbiamo pagato il “pizzo”», afferma. «Abbiamo chiamato i Carabinieri, quanto meno per rovinargli la piazza dato che sono ancora qui alle nostre spalle». «Dobbiamo anche ringraziarli per non averci forato le gomme - continua - queste persone si fanno pagare per proteggere le auto da loro stessi. Tu li paghi per non farti rompere la macchina». Un quarto d'ora dopo, delle forze dell'ordine nessuna traccia: «Ora li chiamerò per la terza volta, ma non ho grandi aspettative», dice Marianna.
Poco dopo, mentre guida la sua macchina per tornare a casa, la giovane racconta ancora di aver avuto una «lezione di diritto» dai Carabinieri, che l'avrebbero rimproverata per non aver telefonato nel momento in cui le erano stati chiesti i soldi, anche perché non poteva dimostrare che fossero stati proprio i "parcheggiatori" a farle il danno all'auto. Nulla di fatto insomma: i parcheggiatori hanno avuto la meglio.
IL POST DI MARIANNA - Nel suo post a corredo del video, scrive poi: «Non è normale arrivare in uno spazio qualunque della città adibito al parcheggio ed essere avvicinati da un uomo che non chiede, ma afferma "Un euro!". Non deve chiedere perché per lui è prassi ricevere l'obolo. Per me invece non lo è e non accetto che lo sia. Non gli do alcun euro, e il suo sguardo è più che eloquente», le sue parole. «Come spiegare una minaccia così velata? Come dimostrarla? Impossibile, perché anche questa è prassi consolidata, una regola non scritta, non detta, ma che tutti conosciamo bene: "Non mi paghi? Ok, ma poi non è detto che ritrovi la macchina così come l'hai lasciata..."».
«Non serve dirlo. Lo sai già. E il fatto di saperlo ti carica di quella responsabilità per cui "Se tu non paghi, devi aspettartelo. È normale!". Quindi alla fine, se ti danneggiano l'auto ti senti anche in colpa per non aver piegato la testa a cercare 'due spicci' e non aver accettato l'intimidazione di chi evidentemente si sente legittimato a delinquere.
«Quello che è accaduto ieri sera, accade ovviamente in tutte le città italiane: io ieri ero a Bari, al Molo S.Nicola, quindi qui cito Antonio Decaro perché spero che nemmeno per lui sia normale questa anormalità. Ma in generale, la mia riflessione va a tutte quelle storie di cittadini abbandonati a loro stessi, lasciati soli ad affrontare quelle malattie sociali che le istituzioni non riescono ad affrontare; va alle ingiustizie come quella alla Pecora Elettrica a Roma, non perché un graffio alla macchina sia paragonabile ad un incendio reiterato di una libreria - conclude la ragazza - ma perché la mentalità che ne è alla base è la stessa strisciante, arrogante, invisibile, eppure tangibile e inarrestabile. No. Non è normale che sia normale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino