"Non sei disabile, non puoi parcheggiare qui": la risposta al biglietto lascia senza parole

Il messaggio di accusa sull'auto
LOS ANGELES - Una giovane californiana, Cameron McMillin, ha fatto fatica a trattenere le lacrime quando, tornando al parcheggio ha trovato sul parabrezza dell'auto un...

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LOS ANGELES - Una giovane californiana, Cameron McMillin, ha fatto fatica a trattenere le lacrime quando, tornando al parcheggio ha trovato sul parabrezza dell'auto un messaggio di accusa perché aveva utilizzato un posteggio riservato a persone disabili. Nella nota anonima si sottolineava di averla vista uscire dalla vettura e che sembrava normodotata.

 
 

I think it's my turn to say something. Hello. My name is Cameron McMillin. Today you made me cry, but that's okay. I'd...

Pubblicato da Cameron Mcmillin su Giovedì 4 febbraio 2016


"Signora sembra che si sia in grado di disporre liberamente del suo corpo. E' deludente vedere l'abuso di alcuni diritti per i disabili. Si prega di lasciare questo posto alle persone meno fortunate. Grazie", si legge nel messaggio. 
La ragazza ha deciso così di pubblicare un lungo post su Facebook rivolgendosi al suo interlocutore per spiegare la sua situazione e il motivo per cui ha tutto il diritto di usufruire dei parcheggi per disabili. Cameron soffre della sindrome di Ehlers-Danlos (EDS), una condizione del tessuto connettivo che causa dolori ai muscoli e alle articolazioni. Comprende una serie di patologie ereditarie contraddistinte da lassità dei legamenti e iperelasticità della cute.

Sul suo profilo social ha scritto: "Penso che sia il mio turno di dire qualcosa. Il mio nome è Cameron McMillin e oggi mi ha fatto piangere, ma va bene mi piacerebbe approfittare di questo tempo per informarvi sulla mia malattia. Si tratta di un'anomalia del tessuto connettivo che provoca dolore alle articolazioni, e ai muscoli di tutto il corpo. Problemi alle ginocchia, alle caviglie e alle costole e palpitazioni cardiache.
Non hai idea di quello che devo soffrire ogni singolo giorno. Hai espresso un giudizio dall'esterno, ma da fuori non si può vedere cosa c'è dentro. Il mio corpo può essere debole, ma io sono forte. La prossima volta si prega di conoscere una persona prima di fare commenti". 


Il post è diventato virale e in molti hanno condiviso le loro esperienze in quanto vittime di discriminazioni solo per le loro malattie invisibili. 

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Il Mattino