Undici milioni di visualizzazioni per il video che Amanda Todd, una ragazza di 16 suicida dopo essere stata vittima dei bulli, pubblicò poco prima di impiccarsi nella sua...
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Tutto inizia nel 2008 quando la ragazzina appena 13enne e molto insicura del suo aspetto conosce un uomo più grande su internet. Si fa abbindolare dai suoi modi gentili e accetta di mostrare il suo seno nudo. L'uomo fa uno screenshot e si prepara a ricattarla: avrebbe mostrato la foto alla sua famiglia e ai suoi compagni di scuola. Spunta un falso profilo su Facebook con questa immagine e la classe ne viene a conoscenza. La ragazzina comincia il suo incubo: cambia scuola ma quegli scatti la perseguitano.
Dal cyberbullismo a quello reale il passo è breve poiché Amanda viene avvicinata, aggredita e insultata da 15 ragazzi dopo essere stata "agganciata" da un ragazzino che le piaceva. Tenta il suicidio bevendo candeggina ed è il padre a trovarla riversa sul pavimento di casa. L'episodio non spaventa i bulli che continuano a deriderla sui social mostrando immagini di detersivi e di psicofarmaci.
Intenzionata a raccontare la sua storia, si filma in un video con in mano dei cartelli. In uno c'era scritto: "Sono ancora qui... Non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno. Mi chiamo Amanda Todd". Cinque settimane dopo si è tolta la vita.
Grazie al gruppo Anonymous la polizia olandese individua un uomo di nome Aydin Coban, che poi viene condannato per aggressione sessuale, frode e ricatto via Internet. La storia di Amanda ha commosso il web.
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Il Mattino