Non è la prima volta che accade in Italia, ma come spesso succede, la solidarietà fa notizia, specie quando si è solidali con i malati come con i propri...
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E così, quando una dipendente della clinica, madre di un bimbo affetto da una patologia importante, ha avuto difficoltà nell'accudire il figlio perché aveva esaurito le proprie ferie, i colleghi non ci hanno pensato su ed hanno chiesto all'azienda di poter donare i propri giorni di ferie non goduti. È stato il marito della donna, anche lui dipendente del Sant'Anna, disponendo di giorni di ferie non ancora goduti, a chiedere di poter cedere quei giorni alla moglie. L'azienda ha cominciato a valutare l'ipotesi ma la notizia, inevitabilmente, ha iniziato a «girare» tra i reparti.
Raccolta la confidenza del collega, uno dei dipendenti l'ha condivisa con un altro. Via via la notizia è divenuta di «pubblico dominio» all'interno della clinica e così in tanti hanno deciso di mettere a loro volta a disposizione della collega giorni di ferie non ancora godute, ciascuno quello che ha sentito o che ha potuto fare. In breve le ore disponibili sono così cresciute e sono divenute giorni, tanti giorni donati ad una mamma per la quale il tempo è diventata una variabile vitale.
LA NOTA DELL'OSPEDALE
«Sicuramente - è scritto in una nota del Sant'Anna Hospital - non è la prima volta che accade; casi analoghi si sono registrati infatti in molte realtà aziendali italiane e non.
«Una certa retorica chiama questo genere di storie 'gare di solidarietà', ma, a pensarci bene, non c'è alcuna gara e non ci sono vincitori né vinti - conclude la nota - C'è solo il gesto che nasce dal profondo più autentico di quella che fin dalla notte dei tempi chiamiamo umanità e che, appunto, merita di essere ancora raccontata. Il Sant'Anna Hospital è sempre stato orgoglioso del proprio personale, delle sue competenze, della sua professionalità, della sua capacità di accogliere il malato che soffre. Quello che è accaduto, quindi, in fondo non stupisce più di tanto. Di sicuro, però, fa immensamente piacere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino