Gina Lollobrigida, novanta anni compiuti il 4 luglio, è solo diversamente giovane. Attenta, lucida, con i suoi tempi, alla fine tiene banco alla presentazione del Premio...
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«Sono andata a un Festival in Iraq e c'era anche Saddam Hussein. Io non sapevo neppure chi fosse - spiega l'attrice divertita -, ma la cosa bizzarra è che io solo fossi ospitata non in albergo, ma nel palazzo del governo. E tra l'altro in una camera da letto con due comodini pieni di kleenex».
La corte del leader maximo invece è stata low profile. «Con me è stato corretto, quasi timido tanto da essere criticato per questo. Comunque un ammiratore sincero ed educato» racconta la Lollo.
Dall'attrice poi, che ha promesso di realizzare per il prossimo anno la scultura del Premio delle Nazioni, un ricordo
di Gian Luigi Rondi e uno sfogo per la sua troppa sincerità.
«Ho avuto la fortuna d'incontrarlo agli inizi della mia carriera e siamo diventati molto amici. L'ho anche sostenuto
quando era direttore del Festival di Venezia. Mi ha aiutato a non fare troppi sbagli perché il mio problema è sempre stato quello di essere troppo sincera e di non riuscire a mentire».
E il cinema? «Non era nella mia mente quando ero giovane, mi piaceva cantare e dipingere. Inizialmente avevo fatto delle cose al cinema, avevo bisogno di soldi, eravamo sfollati a Roma. Poi ho cominciato a rifiutarmi e così quando mi hanno proposto “I Pagliacci” ho pensato di chiedere una cifra enorme, un milione, pensando che avrebbero detto no, ma invece accettarono. Iniziò tutto così».
L'attrice riceverà poi l'onore della stella nella Walk of Fame ad Hollywood a gennaio-febbraio, «l'unica votata
all'unanimità» spiega con orgoglio Tiziana Rocca che l'ha candidata.
E ancora dalla Rocca il ricordo di Gian Luigi Rondi: «Era un mio amico, mi ha sempre supportato e da lui ho imparato molto. E la serata a Taormina è così anche un modo per rendergli omaggio».
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Il Mattino