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Giorgia Soleri torna a parlare di endometriosi a un anno dall'intervento che le ha cambiato al vita. Lo fa postando due foto: la prima il 20 agosto mostra la sua pancia piatta di oggi (nel giorno esatto dell'anniversario dell'intervento), la seconda è una foto "datata" del suo "gonfiore da endometriosi" o Endobelly, un sintomo comune per chi soffre di questa malattia.
Un anno dall'intervento è il mio checkpoint
Il 20 agosto è passato esattmente un anno dalla data dell'operazione a cui si è sottoposta Soleri.
Giorgia Soleri e l'Endobelly
La foto postata il 22 agosto invece mostra senza filtri uno dei volti più "fisici" di questa malattia invisibile: Giorgia Soleri ha condiviso una sua foto un po' datata in cui mostra l'Endobelly ovvero, il gonfiore da endometriosi. Nella foto, scattata in bagno davanti allo specchio in biancheria intima, è ben evidente il gonfiore della parte addominale. «In foto io e la mia endobelly (gonfiore causato dall’endometriosi)» scrive l'influencer. Lo scopo del post è raccogliere testimonianze e creare sui social un momento di condivisione per chi soffre di questa malattia: «Mi piacerebbe che questo post fosse scritto da voi.
sto ricevendo centinaia di testimonianze in merito all’endometriosi e alla propria esperienza con questa malattia. alcune sono struggenti, devastanti, spaventose ma altre donano speranza, raccontano di miglioramenti e remissioni di sintomi».
Soleri parla a cuore aperto dell'intervento: «Quando sono stata operata, il mio più grande strumento è stato quello di essere estremamente consapevole sui possibili risvolti dell’intervento: sapevo di poter fortemente migliorare come sapevo di potermi svegliare esattamente come prima, se non peggio. Questo mi ha aiutata ad avere fiducia nella procedura e nel suo risultato, ma comunque pronta a qualsiasi evenienza. Io sono stata estremamente fortunata, l’operazione mi ha portata a un netto miglioramento dei sintomi, ma questa è solo la mia esperienza e pur essendo valida, non è universale. per questo oggi vorrei sentire le vostre storie e lasciarle pubbliche: per chiunque ne abbia bisogno».
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Il Mattino