Heather Parisi: «La folla mi mette paura, inseguita da fan mi rifugiavo nei negozi»

Heather Parisi (Instagram)
«Venivo guardata come un’aliena, forse per via degli occhi azzurri o per via dei capelli lunghi fino al sedere, per la mia esuberanza o per il mio accento. Questo mi...

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«Venivo guardata come un’aliena, forse per via degli occhi azzurri o per via dei capelli lunghi fino al sedere, per la mia esuberanza o per il mio accento. Questo mi faceva sentire ammirata e mi affascinava», Heather Parisi torna a parlare dei suoi primi anni in Italia e del successo raggiunto. Un successo che a volte le ha dato dei problemi per via della sua agorafobia.




I fan infatti erano molto pressanti: «Abitavo con la fotografa Vittoria Amati – ha raccontato in un’intervista al “Corriere della sera” - Ero inseguita in continuazione e per sfuggire all’abbraccio troppo caloroso dei fan dovevo nascondermi nei negozi: soffro di agorafobia e la folla mi mette paura. Lì i fan erano come guardie del corpo e mi proteggevano se mi spostavo per la città: li chiamavo i miei pretoriani».

Fra tutti gli ammiratori, ne ricorda uno particolarmente generoso: «A ogni recita di Letto a tre piazze, con Zuzzurro e Gaspare al Teatro Diana, mi faceva recapitare in camerino la mozzarella di bufala, le ciambelle e un mazzo di fiori».



La consacrazione è arrivata con Fantastico («Ogni mercoledì ero in copertina sui giornali. Più scrivevano di me e più la gente mi cercava e più la gente mi cercava e più scrivevano di me. Era come un volano di notorietà che sembrava non finire mai. Ricordo che una mattina il giornalaio dietro a Corso Sempione mi disse: “Sei più famosa di Papa Wojtyla, non ho mai visto nessuno così popolare come te”…«), ma tutto ha un prezzo: «Mi ha dato fama, visibilità e tranquillità economica, ma mi ha tolto, per tutti gli anni della carriera, la possibilità di avere rapporti umani veri e sinceri. Troppa ipocrisia e opportunismo e ne ho sofferto molto».

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Il Mattino