«A partire dal 24 agosto e durante le due settimane successive, il governo di Hong Kong consentirà a tutti i cittadini, che lo vorranno, di effettuare gratuitamente...
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A distanza di un giorno, Heather Parisi è tornata sull'argomento con un secondo post, in cui ha spiegato puntualmente le motivazioni che spingeranno lei a la sua famiglia a non usufruire dei test gratuiti.
«Moltissimi mi chiedono perché non faremo il test per il Covid che il governo di Hong Kong renderà disponibile gratuitamente per tutti i cittadini (ora sembra dal 31 Agosto per due settimane).
Alcuni elementi per capire.
La decisione del governo nasce per il numero crescente di cittadini che negli ospedali pubblici chiedevano di fare il test ed erano costretti a pagare.
Il test sarà gratuito per due settimane per tutti quelli che ne faranno richiesta.
Si tratta pertanto della risposta a una richiesta di una parte della popolazione e non una decisione di tipo sanitario.
Per questa ragione è su base esclusivamente volontaria.
Il governo non ha ancora comunicato quale tipo di test sarà effettuato.
Indipendentemente dalle assicurazioni circa la NON conservazione dei dati relativi al DNA, esistono importanti implicazioni circa il rispetto della privacy che da queste parti (beh, in tutto il mondo a dire il vero) non sono da trascurare.
L'affidabilità dei test (a seconda del tipo) è messa in dubbio dalla presenza di un alto numero di falsi positivi.
Un test di massa di questo tipo ha efficacia solo nel caso in cui si sia in grado di "congelare" lo status quo.
Ma da noi non c'è il lockdown e quindi chiunque, dopo aver fatto il test, può muoversi liberamente e ha la possibilità di venire in contatto con possibili infetti, inficiando il test appena fatto.
E infatti, nessuna decisione del governo è stata legata al risultato del test.
Nessuno di noi ha alcun sintomo (incrociamo le dita) e, come ribadito anche dalla Dr. Maria Van Kerkhove del WHO (Organismo Mondiale della Sanità), la trasmissione del virus da parte degli asintomatici è allo stato attuale un "big unknown" (un grande punto di domanda)». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino