Marta Pilleri, 30enne cagliaritana, combatte con coraggio contro l'anoressia. Laureata con lode in architettura, ha iniziato il suo calvario quattro anni fa. Ma adesso ha...
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Gessica Notaro: «Giustizia è stata fatta».
Come riporta l'Unione Sarda, ecco le sue parole: «Penso che il primo passo per uscirne sia ammettere a sé stessi e a chi si ha attorno di avere un problema. È la parte più difficile, ma necessaria. Ora, quando mi guardo allo specchio vedo per la prima volta la malattia e la mia voglia di guarire. Tutto è cominciato con una semplice dieta che ho accompagnato con l'attività fisica, tre volte alla settimana. Sino a quando ho perso il controllo. Gli allenamenti sono diventati quotidiani, e poi doppi: un insaziabile bisogno di bruciare. Anche quell'unico biscotto e le tre palline di gelato che si faceva bastare per tutto il giorno. E che poi ha ridotto a una sola».
Marta ha iniziato a perdere molti chili: «È stata una discesa graduale e inarrestabile, l'anoressia mi divorava, io non me ne accorgevo proprio. Per evitare di giustificarmi con la mia famiglia a pranzo stavo fuori, poi si arriva a un punto in cui non puoi più fingere. Quel momento per me è coinciso con la lancetta della bilancia ferma sul 39. A 35 chili è comparsa anche la depressione. Pensavo di non potercela fare, ma non avrei potuto dare un dolore così grande alla mia famiglia, sono loro che mi hanno tenuto in vita».
Poi il ricovero di tre settimane con l'alimentazione assistita. Ora Marta sta tornando a vivere. «È difficilissimo, l'ottanta per cento di me vuole guarire, l'altro venti ha paura di ingrassare. L'anoressia non è un capriccio, è una malattia tremenda». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino