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Sei nomination agli Emmy e una candidatura come migliore attore in commedia: la terza e ultima stagione del Metodo Kominsky (su Netflix) potrebbe regalare il 19 settembre a Los Angeles al protagonista Michael Douglas la statuetta. Diventata dal 2018 ad oggi un pò il simbolo delle serie cocoon, le produzioni in cui l'età avanzata non è certo un ostacolo per l'intrattenimento, oltre che palcoscenico per attori fantastici come quelli in questione. Douglas, 76 anni, figlio del grande Kirk scomparso nel 2020, una carriera che ha superato i 45 anni, ammette di essere frustrato dal fatto che la commedia non riceva molta attenzione agli Oscar.
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«La commedia è molto più difficile del dramma» - ha detto a Variety - «Amiamo un amico divertente perché non ne abbiamo molti.
«Eravamo un pò preoccupati e nervosi per come sarebbe stato accolto senza Alan», ha detto Douglas. Dopo la morte di Norman, Sandy scopre che ha lasciato a lui e a sua figlia 10 milioni di dollari e ha messo una buona parola con il regista Barry Levinson che alla fine ha aiutato Sandy a ricevere finalmente il suo tanto atteso Emmy. Morgan Freeman e Paul Reiser sono i coprotagonisti della terza stagione dopo l'uscita di Arkin. Morgan Freeman interpreta se stesso che visita la classe di recitazione di Sandy, mentre Paul Reiser è Martin Schneider, che ha l'età di Sandy, ma esce con la figlia di Sandy.
Douglas, l'attore di Attrazione Fatale, della Guerra dei Roses (con Kathleen Turner che in Kominsky si affaccia in alcune scene interpretando la ironica ex moglie medico in zone di guerra), di All'inseguimento della pietra verde e Il gioiello del Nilo, Basic Instinct, Wall Street e Dietro i candelabri per citare alcuni tra i suoi film più noti, da sempre ha alternato i suoi impegni con il cinema con quelli per la tv, lavora in serie tv sin dagli anni '70 del cult Le Strade di San Francisco ma con Il Metodo Kominsky ha rilanciato la sua carriera (come la moglie Catherine Zeta Jones).
E andrà avanti con la televisione: prepara l'attesa miniserie Paramount Reagan & Gorbaciov, il racconto dello storico vertice del 1986 in Islanda, che ha segnato la svolta decisiva nella Guerra Fredda. Douglas sarà il presidente americano mentre Christoph Waltz è il leader Urss nella produzione tratta dal libro Reagan at Reykjavik: Forty-Eight Hours That Ended the Cold War di Ken Adelman e diretta da James Foley (House of Cards).
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