Voleva aiutare Alex, il bimbo di 18 mesi che aveva bisogno di un trapianto a causa di una malattia rara: ma se quel prelievo di midollo e il conseguente test hanno svelato...
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«Ad Ottobre dell’anno scorso mi iscrissi, con la leggerezza che caratterizza tutti in questi casi, al registro nazionale dei donatori del midollo osseo approfittando di una campagna di sensibilizzazione organizzata dall’ADMO a Caserta - si legge nel suo post, che conta centinaia di condivisioni - A Maggio ho ricevuto una telefonata dal policlinico di Napoli con cui mi comunicarono che ero risultata compatibile con un paziente che aveva necessità di affrontare un trapianto, di cui non avrei potuto sapere niente per privacy».
Un percorso lungo mesi: «Con l’emozione e la preoccupazione del caso andai a fare le analisi che mi erano state richieste per valutare effettivamente la compatibilità che era stata riscontrata.
«Oggi (martedì, ndr) dopo un mese, ho effettuato l’espianto delle cellule staminali dalle creste iliache. Non è stato facile, ma tutte le mie preoccupazioni (e chi mi conosce sa che non sono mai poche) sono passate in secondo piano grazie a tutta l’équipe di medici che mi ha seguita dall’inizio alla fine, grazie a tutti i sorrisi che mi hanno regalato, alla gioia che mi hanno fatto vivere raccontandomi di tutte le esperienze dello stesso tipo che loro affrontano quasi ogni giorno», conclude il suo post.
«Hai donato una nuova vita con l’atto più nobile che l’uomo possa fare mi ripetevano e ripetono ancora adesso. Io non so chi tu sia, non so dove sei, non so come sono fatti i tuoi occhi, ma ti auguro tutto il meglio che possa offrirti questa nuova vita; ti auguro di vivere ogni tipo di emozione, che insieme a te vivrò anche io». E il suo gesto ha reso orgoglioso suo padre, che alle testate locali, tra cui Casertanews, ha detto: «Dopo quello che ha fatto oggi, sarà molto difficile che mia figlia mi possa rendere più orgoglioso di come sono ora». Come dargli torto? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino