Il prete fa il saluto romano alla commemorazione del neofascista

Prima il ricordo dell'uomo, poi la commemorazione in stampo fascista, con tanto di triplo grido 'Presente!' e saluto romano (compreso il sacerdote). È...

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Prima il ricordo dell'uomo, poi la commemorazione in stampo fascista, con tanto di triplo grido 'Presente!' e saluto romano (compreso il sacerdote). È quello che è accaduto sabato scorso a Milano, quando parenti, amici e militanti dell'estrema destra si sono ritrovati al Cimitero Maggiore in occasione del trentennale della morte di Umberto Vivirito, morto nel 1977 a soli 22 anni dopo una rapina finita male.


Vivirito, ex militante di Avanguardia Nazionale, dopo lo scioglimento per legge dell'organizzazione neofascista decise di fondare, insieme ad altri 'sanbabilini', un nuovo gruppo eversivo di destra. Per finanziarlo, aveva deciso di rapinare una gioielleria di piazza Udine, ma dopo aver ucciso il titolare Ernesto Bernini e ferito gravemente la moglie, rimase ferito da un colpo di pistola e morì due giorni dopo. I militanti dell'estrema destra milanese (e non solo) si erano quindi radunati al cimitero dove lo scorso 29 aprile fu aggirato il divieto della Prefettura e organizzata una commemorazione dei caduti della Rsi nel Campo X. In quell'occasione le polemiche furono molte perché all'inizio i militanti avevano intenzione, provocatoriamente, di radunarsi il 25 aprile, nel giorno della Liberazione.

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Il Mattino