Nutella Biscuits, il post virale di un pubblicitario napoletano

Nutella Biscuits, il post virale di un pubblicitario napoletano
Oltre mezzo milione di visualizzazioni, ottomila reazioni, trecento e più commenti. Sono i numeri record totalizzati dal post «Nutella Biscuits, piano geniale o...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Oltre mezzo milione di visualizzazioni, ottomila reazioni, trecento e più commenti. Sono i numeri record totalizzati dal post «Nutella Biscuits, piano geniale o successo inatteso?». Un interrogativo su Linkedin sollevato da un pubblicitario napoletano che così si è inserito nel pieno della crisi da scaffale vuoto, raccogliendo consensi, dichiarazioni e portando a casa - non la confezione più ricercata del momento - ma una dichiarazione del numero uno di Ferrero Italy.


Fabio Bergamo, digital manager con l'ufficio in via Toledo e autore del messaggio, ride nel descrivere quella che definisce «una vera e propria sindrome dell’accaparramento che ha colpito i clienti italiani all’uscita di un prodotto iconico, perché la Ferrero è forse l’ultima grande impresa italiana a non aver dislocato le sue sedi», spiega. «Certo, si tratta solo di biscotti, ma in grado da scatenare scene da mercato nero post-bellico: bagarinaggio, prezzi triplicati, dinamiche da psicosi».

Di qui il quesito proposto on line: «Quanto poco avrebbe impiegato Ferrero nel distribuire più confezioni all'inizio?» E la tesi argomentata, sempre sua. Domanda e risposta un po' alla Marzullo, con questa riflessione da notte insonne: «Hanno avuto la bravura di farsi desiderare, come una sposa all’altare». 
 

Per spiegare, il titolare dell’agenzia di comunicazione EssereQui cita un caso di studio sulle performance delle campagne lanciate da Facebook. E questo basta a scatenare il dibattito sulla piattaforma social dei professionisti, a proposito delle più efficace strategie di «marketing della scarsità». La discussione è ancora aperta e arricchita dall'intervento di Alessandro D’Este, ceo di Ferrero Italy e da poco presidente anche di GS1 Italy, l’associazione che riunisce 35 mila imprese di beni di consumo che condividono soluzioni e servizi per migliorare la visibilità dei prodotti. «Non si tratta di manipolazioni dei desideri dei consumatori», chiarisce lui. «Non abbiamo indotto la scarsità di prodotto ma stiamo assistendo a una domanda che è quasi doppia rispetto all’atteso». Sarà. Ma il bilancio è già all'attivo. Per la multinazionale di origini piemontesi (e anche per il pubblicitario partenopeo).

  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino