Paola Turci e i pettegolezzi: «Mi hanno sempre dato della lesbica, mai considerato un insulto»

Paola Turci e i pettegolezzi: «Mi hanno sempre dato della lesbica, mai considerato un insulto»
Paola Turci è sempre molto stata molto riservata sulla sua vita privata, nonostante sui rotocalchi siano apparsi in passato degli scatti che hanno fatto parlare, come...

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Paola Turci è sempre molto stata molto riservata sulla sua vita privata, nonostante sui rotocalchi siano apparsi in passato degli scatti che hanno fatto parlare, come quelli assieme a Francesca Pascale, ex fidanzata di Silvio Berlusconi. La cantante al tempo ha deciso di non commentare: «Mi hanno sempre dato della lesbica – ha spiegato -  non l’ho mai considerato un insulto. A intenderla come offensiva sono solo gli omofobi o le persone profondamente ignoranti».

 

 

Zelensky parlerà in video alle Camere a Montecitorio il 22 marzo

 

 

Paola Turci (Instagram)

 

 

Paola Turci e i pettegolezzi

 

 

Paola Turci tiene la sua vita privata lontano dai riflettori da sempre. Amante della riservatezza, ha anche evitato di commentare le foto pubblicate tempo fa che la ritraevano in barca assieme a Francesca Pascale: “Mi hanno sempre dato della lesbica – ha spiegato in un’intervista a “Oggi” che è stato anche il settimanale che al tempo pubblicò gli scatti -  non l’ho mai considerato un insulto. A intenderla come offensiva sono solo gli omofobi o le persone profondamente ignoranti».

La cosa è iniziata quando lei era ancora una ragazza: «Quando avevo 19 anni e cantavo all’Osteria dell’Orso, passò Adriano Panatta, mi vide e disse: “Ha i muscoli, la voce bassa: è lesbica”. Io allora non sapevo neanche bene cosa significasse. Poi hanno iniziato a dire che stavo con Gianna Nannini, che non avevo mai incontrato. Nel 1994, intervistata dalla rivista gay Babilonia, chiarii: “Se fossi lesbica lo direi”…».

 

 

Paola Turci (Instagram)

 

 

Poteva guadagnare dal pettegolezzo, ma ha deciso di rinunciare: «Avrei potuto mangiarci su quel pettegolezzo, invece ho rifiutato copertine, soldi. Il mio silenzio ha comunicato che non è necessario dire quello che sei. Ho accettato questa intervista, in un momento in cui non ho niente da “vendere”, perché ho la speranza che passi questo messaggio. E perché sia chiaro che non è più il tempo in cui un’artista per sostenere una causa deve necessariamente incarnare un modello. Sono a favore dell’eutanasia pur non avendo esperienza diretta di quel tipo di dilemma, posso sostenere le battaglie Lgbtq+ anche senza definirmi».

Lei ama cantare, non stare sotto i riflettori: «La parte "effimera" del mio lavoro mi pesa, mi sembra che mi porti lontano dalla realtà. Ho sempre preferito stare in disparte e quando è arrivata la mia cicatrice, mi sono chiusa ancora di più».

 

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Il Mattino