«Chiedo scusa alla città ma il mio non è stato un gesto violento é arrogante e tanto meno una mancanza di rispetto verso le persone o...
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«Erano le 15,30 circa hanno iniziato a scendere goccioloni e si capiva che stava per arrivare un acquazzone importante, forse anche la grandine - racconta Mancuso - chiudere la cappotta della mia giallina, è così che la chiamo affettuosamente, è molto difficile. Si tratta di una manovra da fare a mano e servono due persone, in un attimo ho realizzato che non si sarebbe mai fatto in tempo. Non ho avuto scelta, sono salito e l'ho portata al riparo nel primo posto che mi è venuto in mente dove, peraltro, è rimasta una decina di minuti, poi l'ho subito tolta. Chi ha scattato la foto l'ha fatto al primo raggio di sole». Mancuso con la sua giallina è un imprenditore molto conosciuto in città e anche come il personaggio che incarna la storia della movida. Sessant'anni ma non li dimostra, lo scorso anno ha lanciato shaby chich un locale sulla spiaggia di Sottomarina con l'entusiasmo di un ragazzo che ama la vita e affronta tutto, anche le tristezze, con un sorriso. «Mi rendo conto di aver esagerato, io sono una persona che ha il massimo rispetto per i bambini e per i disabili e parcheggiando in quel modo, sotto un portico largo circa 5 metri ho calcolato che ne rimanevano oltre 2 perché chiunque potesse passare agevolmente - continua l'imprenditore - non sento di meritare tante critiche e anche offese gratuite che ho ricevuto per quel parcheggio di pochi minuti e nemmeno di suscitare tanto clamore». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino