Quasi ottocento chilometri da percorrere in sella a una Vespa d'epoca, senza mai spegnere il motore. È la sfida che partirà domani mattina dal centro storico di...
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A capitanare questa impresa è un insegnante piacentino di 59 anni, Roberto Donati, noto collezionista e storico della Vespa creata fin dagli anni Cinquanta dalla Piaggio, e divenuta un simbolo dell'italianità, oltre che di un'epoca, quella della Dolce Vita. Le Vespa «faro basso» del 1949 che parteciperanno sono tre e sono già state soprannominate «le caravelle». «Il senso di questo viaggio? L'amicizia e la fratellanza che unisce la nostra Italia sotto questo simbolo a due ruote di un'epoca fantastica per il Paese - spiega Donati - ma anche un invito a riscoprire il valore del gioco nelle nostre frenetiche vite quotidiane, scandite da impegni, telefonate, scadenze, bollette e problemi vari».
«La nostra vita - dice Donati - scorre velocemente dentro un ingranaggio, eventi come questo sono una valvola di sfogo per riflettere sul fatto che l'Italia non va solo male. Grazie a questa forma di metallo abbiamo incontrato negli anni tanti appassionati, sono nate amicizie genuine. Questo veicolo iconico e italiano ha un'anima in grado di donare ancora il sorriso».
L'appuntamento per la partenza, in grande stile, è alle 9 dal sagrato del duomo di Piacenza: qui il vescovo Gianni Ambrosio darà la sua benedizione agli equipaggi e soprattutto alle «vecchiette a due ruote» che verranno messe in moto alle 9 in punto e che verranno spente solo quando saranno arrivate a Napoli. «Qui - anticipa Donati andremo poi nella chiesa di Sant'Antonio a Posillipo per accendere una candela. Durante il nostro viaggio ci saranno tanti appassionati che sappiamo già ci attenderanno lungo il percorso, potendo anche seguire l'itinerario grazie a una diretta Facebook. Le nostre tre vespe hanno un cesto in legno dentro il quale, al nostro passaggio, la gente potrà gettare, rigorosamente al volo, i prodotti tipici di ogni regione che attraverseremo. Cibo e vino che alla fine condivideremo con tutti gli amici che ci attenderanno all'arrivo a Napoli». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino