Studenti e genitori scendono in piazza a Bergamo per difendere un professore, e già questo è un evento non frequentissimo. Ma ciò che rende questa storia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La vicenda ha inizio nel 2013, quando l'insegnante ottiene finalmente il ruolo dopo quattordici anni da precario. Come da prassi, gli viene chiesto di dichiarare in autocertificazione di non avere mai riportato condanne penali. Sapendo di essere in regola, il professor Rho firma senza neanche pensarci. Si dimentica però di un episodio avvenuto otto anni prima: un fatto che a chiunque sarebbe apparso insignificante, ma che invece gli avrebbe cambiato la vita. La notte del Ferragosto 2005, dopo aver bevuto una birra, trovandosi per la strada e non essendoci bagni pubblici né locali aperti, insieme con un amico si mise a urinare su un cespuglio. La sfortuna volle che proprio in quel momento passasse un'auto dei carabinieri. I militari si fermarono e registrarono le sue generalità, dopo di che il giudice di pace inflisse a Stefano Rho una multa di 200 euro.
La condanna non era venne registrata nel Casellario giudiziario, dunque di questa disavventura non era rimasta alcuna traccia e nessuno se ne ricordava più. È però riemersa dagli abissi della burocrazia molti anni dopo, al momento dell'ingresso del professore nei ruoli della scuola italiana. Il preside del liceo linguistico Giovanni Falcone esegue i controlli di rito e scopre che l'insegnante era stato «destinatario di un decreto penale passato in giudicato». Il dirigente scolastico riconosce che in effetti il precedente non ha alcun rilievo ai fini dell'assunzione e che la fedina penale del dipendente è pulita ma, in obbedienza a una prescrizione della Corte dei conti, si vede costretto a licenziare il docente appena assunto.
Così stamattina a Bergamo circa quattrocento persone tra studenti, genitori e docenti hanno preso parte al corteo in solidarietà per Rho. Disposti in fila indiana sono arrivati fino al palazzo della Procura, mostrando vari striscioni tra cui: «Mentre gli innocenti sono accusati, i criminali brindano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino