Putin si paragona a JK Rowling: «L'Occidente vuole cancellarci». La replica: lui stermina civili

Putin si paragona a J.K.Rowling «L'Occidente vuole cancellare la Russia»
Il boicottaggio della cultura russa in Occidente come i sinistri roghi nazisti dei libri 'degenerì nella Germania hitleriana. Putin alza ancora i toni della...

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Il boicottaggio della cultura russa in Occidente come i sinistri roghi nazisti dei libri 'degenerì nella Germania hitleriana. Putin alza ancora i toni della retorica da Paese in guerra in Russia, scagliandosi contro le ritorsioni innescate in Europa e in America dall'invasione dell'Ucraina: ritorsioni che non risparmiano il mondo dell'arte, della musica, dei festival e che, nell'eloquio del leader del Cremlino, si trasformano in un nuovo capitolo della polemica contro la cosiddetta 'cancel culturè. Con tanto di riferimenti alle discriminazioni denunciate nel recente anche da autori occidentali, come la scrittrice britannica JK Rowling, ma rigettati a stretto giro dall'interessata alla stregua di un'inaccettabile strumentalizzazione.

«È in atto - ha tuonato Putin durante un incontro a Mosca con esponenti del mondo culturale - una ghettizzazione progressiva di tutto ciò che si rifà alla Russia, con la piena connivenza, a volte l'istigazione, delle elite governative» occidentali. Una rappresaglia che non risparmia nessuno, ha rincarato, pensando non solo a quanto capitato a Valeri Gergiev, celeberrimo direttore d'orchestra e Deus ex machina del teatro Mariinski di San Pietroburgo messo di fatto al bando in mezzo mondo in quanto considerato suo amico personale. «Persino Čajkovskij, Shostakovich o Rachmaninov sono esclusi da programmi di concerti - ha insistito - mentre vi sono scrittori russi presi di mira e loro libri che vengono proibiti». «L'ultima volta che accadde - ha quindi affondato il colpo - fu con i nazisti in Germania, 90 anni fa, e la loro campagna di distruzione della cultura indesiderabile. Ci ricordiamo bene le immagini dei libri bruciati nelle piazze».

 

Una requisitoria accompagnata più generale dall'attacco ai dogmi del politically correct imputati all'Occidente. Con la citazione della Rowling in veste di vittima: «Cancellata, dopo aver scritto libri per bambini che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo, solo perché sgradita ai fan del gender freedom», secondo le parole del presidente russo. Parole respinte del resto al mittente, quale frutto di una difesa d'ufficio non richiesta e non credibile, dalla creatrice di Harry Potter. Bersaglio di ripetute contestazioni di gruppi Lgbt negli ultimi tempi per la sua difesa dell'identità biologica femminile, Rowling ha spiegato via Twitter di non avere alcune intenzione di reggere il gioco a Putin; negando che si possa ergere a difensore della cultura «chi massacra i civili e imprigiona o avvelena i propri oppositori». Poi, per chiudere i conti, ha citato Aleksei Navalny, nemico pubblico numero uno dello zar in patria. E ha aggiunto un hashtag di condanna dell'invasione di Mosca senza se e senza ma: «#IStandWithUkraine», io sto con l'Ucraina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il Mattino