Ritrovano il figlio venti anni dopo il rapimento grazie all'app per il riconoscimento facciale

Ritrovano il loro figlio dopo venti anni dal rapimento grazie a un'app utilizzata per il riconoscimento facciale
Dopo 20 anni, una coppia cinese, grazie all'ausilio di un'app di riconoscimento facciale, ha ritrovato il figlio che era stato rapito quando aveva solo 5 mesi. ...

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Dopo 20 anni, una coppia cinese, grazie all'ausilio di un'app di riconoscimento facciale, ha ritrovato il figlio che era stato rapito quando aveva solo 5 mesi.


Il software ha collegato una vecchia fotografia del neonato a quella di uno studente universitario di 20 anni.

I genitori del giovane, residenti a Shenzhen, nella provincia di Guandong, dopo due decenni hanno finalmente riabbraciato il loro figlio, secondo quanto riferito dal Daily Mail.

Wang Hua e suo marito hanno cercato in tutto il paese il figlio, che uomo, identificato con il cognome di Zhou, aveva rapito nel maggio 1999 per venderlo a un'altra coppia per un importo equivalente a 1.450 dollari, circa 1.300 euro, senza rivelare alla nuova coppia la vera origine del minore.

Da allora, Wang Hua ha sempre portato con sé una foto del neonato, chiedendo a chiunque se avessero notizie del suo bambino. Con il passare del tempo, la coppia non si è mai rassegnata all'allontanamento del bambino, divenuto ormai un ragazzo e hanno sempre continuato le ricerche.  

Nel 2018, la polizia è riuscita a trovare Zhou nella città di Urumchi, situata all'estremità opposta della Cina.

Di recente un sistema intelligente di riconoscimento facciale è riuscito a mettere in relazione la fotografia di quel neonato - combinata con le foto dei suoi genitori - con quella di uno studente universitario di 20 anni che viveva a pochi chilometri dal luogo in cui, 20 anni fa, avvenne il rapimento.

Quindi, un'analisi del DNA ha confermato la relazione di parentela e il giovane ha finalmente incontrato i suoi genitori biologici. Lo studente ha confessato di sentirsi molto contenta dell'incontro, ma anche tanto confuso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino