Sartoria Cacciapuoti vola a Barcellona: la moda napoletana raccontata in Catalogna

Sartoria Cacciapuoti vola a Barcellona: la moda napoletana raccontata in Catalogna
L’arte della sartoria napoletana vola a Barcellona per un evento realizzato nel Circulo Ecuestre nel capoluogo della Catalogna. A raccontare la tradizione della sartoria...

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L’arte della sartoria napoletana vola a Barcellona per un evento realizzato nel Circulo Ecuestre nel capoluogo della Catalogna. A raccontare la tradizione della sartoria partenopea è stato Patrizio Cacciapuoti, proprietario dell’omonimo atelier, Sartoria Cacciapuoti, in via Riviera di Chiaia. A favorire l’incontro tra gli amanti del bel vestire spagnolo e napoletano, è stata l’imprenditrice Francesca Ummarino, napoletana che da anni vive a Barcellona: «Per un giorno ho provato a presentare a un pubblico interessato alla materia, la grande tradizione della sartoria napoletana, la quale umilmente provo a raccontare», dichiara Cacciapuoti.

Durante l’evento, l’imprenditore ha avuto modo di presentare alcuni dettagli sulla sartoria, spiegando il significato di alcuni termini tecnici, come la manica a camicia e le tasche a toppa: dettagli che, partiti da Napoli, sono poi diventati degli standard di eleganza in tutto il mondo. «Napoli ha tantissime eccellenze. Quando ho scelto di trasferirmi a Barcellona non ho mai voluto allontanarmi dal richiamo della mia terra e nel mio piccolo provo a farmi ambasciatrice di tutto quello che di straordinario c’è nella città», spiega Ummarino.

Dai dettagli tecnici, Cacciapuoti è poi passato a raccontare quello che ha sempre fatto la differenza nella tradizione sartoriale napoletana, l’attenzione maniacale al cliente, alla sua soddisfazione: «I grandi sarti con cui mi sono confrontato, “i maestri”, come Don Ubaldo Furente, mi hanno sempre insegnato una lezione: una giacca, un vestito si dicono conclusi solo quando soddisfano a pieno le aspettative dei clienti. Questa penso sia la lezione più importante della sartoria napoletana , che le ha permesso di prosperare e affermarsi nel mondo», continua Cacciapuoti.

L’evento è stata anche l’occasione di raccontare un mestiere che non è fatto di una singola figura, ma nasce dall’unione di più maestranze che spesso sono un po’ nascoste: «Dal maestro tagliatore, al cucitore, all’asolaia, al pantalonaio, tutti contribuiscono, in un vero e proprio lavoro di squadra, alla creazione dell’abito: il nostro compito come imprenditori è di finalizzare tanta arte e dedizione», conclude Cacciapuoti.

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Il Mattino