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Siamo a Treviso, in una gelateria del centro storico. La temperatura richiede necessariamente la consumazone di un gelato. Anzi per la precisazione di un gelato e una granita. Il costo? 5,60 euro, e fin qui nulla di strano, se non fosse che per chi paga con il pos c'è una maggiorazione del 3%. A denunciare l'accaduto ci ha pensato Selvaggia Lucarelli su Instagram. Due scontrini messi a confronto del 31 luglio: stessi prodotti, ma importi diversi. Il primo scontrino viene pagato dall'utente in contanti alle 17.21 e il secondo alle 18.04 con bancomat. Si vede quindi una maggiorazione di 0,17 centesimi dovuti alla decisione di effettuare il pagamento tramite Pos.
Selvaggia Lucarelli, la denuncia del gelato pagato con Pos
Decide così di telefonare al titolare del bar la giornalista. «Come mai sullo scontrino che fate nel caso di pagamenti con c/c applicate una maggiorazione del 3%?». Il gestore senza esitazione spiega che la maggiorazione è stata applicata in realtà a tutto il listino a causa dell'aumento dei costi delle materie prime: dal latte, alle coppette.
«C'è anche un biglietto in cui c'è scritto che a partire da luglio c'è stato un aumento dei prodotti del 3%». Si dice sereno il titolare. Quindi il costo di ogni consumazione è aumentato ma la cosa assurda è che per chi paga in contanti in questa gelateria deciso di applicare una scontistica. «Sono gestore del posto se decido di fare uno sconto a chi è biondo lo faccio». Ma qui la giornalista lo blocca spiegandogli che la egge è chiara e non è discrezione del titolare del locale applicare sconti o commissioni in base alle simpatie e inoltre non si aggiungono commissioni per i pagamenti con carta.
I social si dividono
Un video-racconto che in pochi minuti, ieri pomeriggio, ha ottenuto centinaia di commenti e decine di condivisioni. Diviso il popolo della rete, anche se molti si sono schierati con il gelataio: «Fatto bene, doveva chiedere di più», «Per 5 euro tante storie, poteva usare i contanti», «Solo in Italia ci fanno pagare le commissioni per il pagamento pos».
La replica
La risposta del gelataio «Io faccio girare l’economia, quell’influencer, che al telefono non si è nemmeno presentata come tale, né come giornalista, mi fa girare altro» sbotta il titolare della gelateria. E aggiunge: «Il cartello parla chiaro: “Dal primo luglio verrà applicato un aumento del 3% su tutti i prodotti a listino”. C’è forse scritto per i pagamenti con il pos? No! Io vivo di lavoro materiale, mantengo una famiglia. E devo fare i conti con ingenti aumenti dei prezzi delle materie prime. Un esempio? Una busta di cucchiaini in plastica prima costava 5,60, ora perché sono compostabili 37 euro. Il latte è passato da 87 centesimi a 1,90, lo zucchero da 0,66 a 1,30 euro, l’inulina da 3,80 a 12,50 euro – dettaglia fatture alla mano -. Di una pallina (che qui costa 1,50 euro) tolte le spese di produzione, le tasse, l’iva e le spese per la corrente mi rimangono 20 centesimi». E la differenza tra i due scontrini? «Io posso fare uno sconto a chi voglio?».
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