NEW YORK – Altro che i 130 mila dollari che Trump le aveva pagato per comprare il suo silenzio! Grazie al fracasso che la storia ha generato, Stormy Daniels ha potuto...
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Da quando è scoppiato lo scandalo, Stormy, il cui vero nome è Stephanie Clifford, non solo ha lanciato una tournee di spogliarello che registra regolarmente il tutto esaurito, ma ha anche finito un nuovo film – Stormy’s Secret - in cui torna protagonista.
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Da qualche anno, ufficialmente per colpa di un incidente a cavallo (Stormy è una esperta cavallerizza), la pornostar era passata a fare la regista anziché l’interprete delle pellicole. Qualcuno aveva insinuato che a costringerla dietro la macchina da presa fosse stato in realtà il comparire delle prime rughe, se non la stanchezza di un mestiere così indecoroso.
Del suo fortunato rilancio si parla poco, ma il tam tam non ufficiale evidentemente funziona tanto bene, che spesso nel pubblico a vedere Stormy che si esibisce in un mini-tanga rosa con una stola di piume di boa e tacchi neri altissimi, ci sono anche elettori di Trump. E spesso sono i più appassionati: «E bravo il mio presidente che ha fatto sesso con questa dea!» ha reagito uno di loro.
Nel suo sito, Stormy si presenta come una “sbaragliatrice” di bulli, e racconta come la sua carriera nel mondo del porno l’abbia resa impermeabile agli attacchi e alla malignità. A differenza di altre donne che hanno denunciato Trump per molestie e toccamenti indesiderati, lei assicura di non essere e di non sentirsi una vittima, di aver fatto sesso volontariamente con l’allora imprenditore newyorchese e di voler solo il diritto di raccontarlo. E usa la sua storia ridendo e facendo l’occhiolino ai sostenitori.
La sua tournee ad esempio si intitola «Make America horny again», «Rendiamo l’America di nuovo arrapata», sulla falsariga di «Make America great again», lo slogan di Trump. Le magliette che vende portano l’hashtag “TeamStormy”, o riproducono il suo famoso (finto) seno prosperoso, con sotto la scritta «fake boobs > fake news», a dire che il suo seno è “più grande” delle fake news che Trump denuncia continuamente.
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Il Mattino