«Venivo invitata alle feste, nei locali», Sylvie Lubumba racconta come ha commesso il reato di uso indebito di carte di credito che l’aveva condotta in carcere:...
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Dopo 3 anni e 4 mesi è stata messa in libertà: «Sento ancora tanta sofferenza e pesantezza. Sono contentissima di essere tornata in libertà, ma non riesco a godermela appieno. Appena uscita, volevo fare mille cose. E invece niente, sono piombata in una tristezza profonda, fortemente abbattuta ...».
A salvarla dal carcere la fede: «Sono sempre stata credente, più per tradizione familiare che per convinzione sentita. Non ero praticante. Quando ero reclusa, ho letto per la prima volta la Bibbia. Adesso vado in chiesa la domenica, partecipo agli incontri di preghiera organizzati dai volontari che mi seguono nel mio difficile percorso di reinserimento sociale. Ho cambiato anche look, spontaneamente. Voglio mostrare rispetto ai luoghi e ai ministri di culto. Evito scollature vertiginose. Se mi rivedo in vecchi video su YouTube mi domando: Ma come facevo esibire tutta quella mercanzia con tanta allegria?…». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino