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Con costanza, pazienza e una fede incrollabile una suora blogger americana per quattro anni di fila ha twittato, taggando l'account del presidente Trump, una preghiera. Pregava per lui affinchè rendesse pubblica la sua denuncia dei redditi e con meticolosità taggava sia l'account @Potus, sia quello personale del presidente sperando che qualcosa potesse accadere. Qualcosa che certamente aveva a che fare con il cuore del presidente e con la capacità della preghiera di fare breccia ovunque, di redimere chiunque.
La storia di suor Susan Francois è stata raccontata da America, il mensile dei gesuiti.
A pochi giorni dalla scadenza del mandato di Trump, suor Francois ha confermato di avere mantenuto la sua promessa di pubblicare una preghiera quotidiana. Tweet molto pacati ma che durante il violento assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump si sono caratterizzati per avere toni più assertivi. Anche in questo caso la religiosa si è difesa da chi la criticava per non essere stata imparziale. Lei per nulla turbata ha ribadito che i suoi tweet non sono mai stati aggressivi o subdolamente bellicosi.
«Credo che quei tweet dicano la verità in amore. Quindi sto ancora pregando per lui come persona umana, un amato figlio di Dio, degno di dignità e di rispetto. E a questo punto, mi sento chiamata a trattarlo con dignità e rispetto, essendo onesta. Penso che sia molto chiaro che non dovrebbe essere in carica a questo punto perché non sta adempiendo al suo dovere costituzionale. Non è una questione politica»
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