La sentenza che fa discutere: «Definire un uomo pelato è molestia sessuale»

Uk, la sentenza choc: «Definire un uomo pelato è molestia sessuale»
Da oggi definire «pelato» un uomo è una «molestia sessuale». A stabilirlo è stato il Tribunale del lavoro del Regno Unito dopo che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Da oggi definire «pelato» un uomo è una «molestia sessuale». A stabilirlo è stato il Tribunale del lavoro del Regno Unito dopo che un uomo, l'elettricista Tony Finn, ha citato in giudizio una piccola azienda familiare con sede nello Yorkshire, dove aveva lavorato per quasi 24 anni, per licenziamento ingiusto e molestie sessuali.

Tra le accuse, Finn ha citato in causa un collega per averlo chiamato un «grasso e calvo caz*o». Secondo il tribunale, l'uso della parola potrebbe essere «intrinsecamente correlato al sesso» e costituire una forma di discriminazione, come riportato da Bloomberg.

 

IL CASO

 

Tutto è iniziato nel luglio del 2019, quando Finn aveva discusso con il suo superiore in officina. Una lite che era quasi sfociata in violenza. Ed è proprio in questa occasione che il superiore lo ha definito un «caz*o calvo».

 

L'accusa ha portato la giuria, composta da tre membri uomini, a decidere se commentare la sua calvizie fosse semplicemente un insulto o effettivamente una molestia. «È difficile concludere diversamente. Quelle parole sono state pronunciate con lo scopo di violare la dignità del ricorrente e creare per lui un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo», si legge nella sentenza.

 

Finn, dunque, ha anche vinto la causa sul licenziamento ingiustificato.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino