Avio Aero, con i giovani l'innovazione decolla

Avio Aero, con i giovani l'innovazione decolla
È una storia di innovazione quella di Avio Aero: un percorso che parte da lontano, fin dal 1908, e ben si staglia nella tradizione dell'industria aeronautica italiana....

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È una storia di innovazione quella di Avio Aero: un percorso che parte da lontano, fin dal 1908, e ben si staglia nella tradizione dell'industria aeronautica italiana. Di tappa in tappa, ancora oggi Avio Aero rappresenta un punto di riferimento mondiale nel settore, con prospettive di crescita notevoli nonostante la recente crisi pandemica. A spiegarlo, nel corso del primo degli incontri che la governance dello stabilimento di Pomigliano D'Arco ha avuto con l'Iti Barsanti, è Ylenia Berardi, responsabile delle relazioni esterne e istituzionali di Avio Aero che si collega in remoto da Roma con la scuola di via Leone e trasmette alla quinta L, presente nell'auditorium, il senso di una realtà produttiva sempre in crescita.

La storia dell'azienda ha attraversato varie fasi, fino a quando nel 2013 è entrata a far parte del gruppo General Electric, come business di GE Aviation, ma Avio Aero ha un cuore italiano e al Sud ha una presenza significativa, spiega Ylenia Berardi che, subito dopo, elenca dati che confermano l'importanza dell'azienda: «4300 dipendenti in tutta Italia, il 31% dei quali ha meno di 36 anni. Oltre l'80% dei velivoli commerciali in tutto il mondo ha componenti prodotti da Avio Aero». Continua Berardi: «Un altro aspetto fondamentale per noi è rappresentato dalla ricerca e dallo sviluppo: facciamo rete con università, politecnici e centri di ricerca. È una cosa di cui andiamo orgogliosi, perché collaboriamo con il mondo accademico italiano ed europeo, con l'obiettivo comune di affrontare le sfide del futuro di questo settore da un punto di vista sia di sviluppo tecnologico sia di mercato del lavoro ad esso collegato».

Dopo Ylenia Berardi, la parola è passata ad Alex Aceti, responsabile delle risorse umane dello stabilimento di Pomigliano di Avio Aero, che è intervenuto in presenza presso il Barsanti. Anche Aceti è partito da lontano, sottolineando la storia dell'azienda a Pomigliano d'Arco, che sorge su un territorio dove un tempo c'era un aeroporto, poi divenuto centro di prova proprio per la costruzione dei velivoli. Oggi nella cittadina in provincia di Napoli lavorano circa 1100 dipendenti, ovvero il 25% di Avio Aero in Italia. Di questi, il 77% è diplomato, il restante 23% è laureato. Alla luce di tali numeri, la sfida di Avio Aero è quella di stare al passo di una società in continua trasformazione ed evoluzione: oggi le principali realtà economiche del mondo non sviluppano prodotti, ma beni immateriali. E ancora: i monopoli quasi non esistono più e i risultati si ottengono con la capacità di essere innovativi e competitivi. «Come si evince, si tratta di una organizzazione complessa, che non potrebbe andare avanti se al centro di tutto non mettessimo la persona e i valori», dice Aceti.

Proprio in riferimento ai valori, il responsabile delle risorse umane elenca una serie di punti essenziali per Avio Aero: «È necessario che un'azienda non sia più considerata come un semplice generatore di profitti, ma come un sistema dove regna il rispetto per l'individuo, la collaborazione tra tutti, la condivisione dei processi». Aceti parla, per esempio, di inclusione e diversity: «In Avio Aero c'è spazio per una cultura dell'accoglienza, capace di valorizzare le differenze e, con esse, le qualità individuali. Crediamo davvero nella valorizzazione di tutte le diversità, che per noi rappresentano chiavi di cambiamento, miglioramento e innovazione. È un ragionamento che facciamo anche per la presenza femminile, che noi non riduciamo a una semplice quota rosa, e per il mondo lgbtaq+», spiega ancora Aceti.

Un altro aspetto fondamentale è quello del lean implementation, che mira al miglioramento continuo, allo snellimento delle procedure e alla drastica riduzione degli sprechi: «In questo caso il nostro obiettivo è lavorare meglio e cercare la collaborazione dei dipendenti». Ai ragazzi, Aceti parla anche delle skills più rilevanti: dal problem solving alla capacità critica, passando per la creatività. Quanto al comportamento da assumere in azienda, sono sei le parole chiave: umiltà e trasparenza, ma anche priorità a sicurezza, qualità e cliente. Moltissime le domande degli studenti, dalla flessibilità alla crisi energetica, passando per il divario tra nord e sud.
 

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Il Mattino