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«La tecnologia offre opportunità a tutti, a prescindere dal background». Ne è convinto il management di Fides, tech company che progetta e sviluppa soluzioni tecnologiche per alcune delle più grandi realtà d'Europa e che quest'anno è parte del progetto Scuola Impresa promosso dall'Unione Industriali e da Il Mattino. Proprio nell'ambito dell'iniziativa i vertici dell'azienda hanno incontrato per la seconda volta gli studenti dell'istituto tecnico Nitti di Portici. I ragazzi hanno posto le loro domande ad Antonio Caccioppoli, Chief Technology Officer, Stella Nacca, HR manager, ed Enrico Secondulfo, Full-stack Developer. Ed è stato proprio Secondulfo a fornire ai ragazzi una panoramica completa dei progetti e delle tecnologie che l'azienda realizza, evidenziando l'importanza degli algoritmi e dello sviluppo di soluzioni personalizzate per il cliente. «Uno dei nostri obiettivi - ha spiegato - è trovare il giusto match tra le opportunità offerte dalle tecnologie e le esigenze del mercato. Grazie alla tecnologia è possibile operare una trasformazione etica e professionale dei processi aziendali. Il Pnrr prevede fondi per la ripresa dell'economia e non a caso molti di questi sono dedicati all'infrastruttura digitale».
Diventano quindi protagonisti dell'incontro gli studenti. Samuele Manfredi pone una domanda relativa ai progetti dell'azienda e vuole sapere quali hanno avuto già successo. A rispondere è Antonio Caccioppoli: «Grazie alla rivoluzione tecnologica riusciremo a performare sempre meglio. Abbiamo maturato una solida competenza in ambito bancario e ciò che ci ha fatto crescere è stata la nostra precisione e attenzione per i dettagli.
Vittorio De Indicibus chiede perciò quali sono le caratteristiche della risorsa ideale e se c'è bisogno più di hard o soft skill. A rispondere è la responsabile delle risorse umane Stella Nacca: «Il mercato oggi richiede entrambe le cose. In azienda bisogna relazionarsi con tutti e la comunicazione è un requisito importantissimo per chi vuole lavorare in un'organizzazione complessa. Inoltre è più facile acquisire competenze tecniche piuttosto che personali. Ma fondamentale è la gentilezza, un elemento essenziale per lavorare nella nostra azienda». La studentessa Manuela China si concentra sulle competenze tecniche e sul tipo di laurea che bisogna avere per lavorare in una tech company. «Non è indispensabile un percorso di informatica per lavorare in questo settore - spiega Caccioppoli - Ci sono tecniche di apprendimento innovative che permettono di acquisire le nozioni fondamentali: infatti, ci chiedono spesso risorse con ottime doti relazionali per lavorare su progetti internazionali e con la conoscenza della lingua inglese». Fabrizio Ingrosso ha una domanda riguardo l'utilizzo del Mac o del sistema Android. «Dipende dall'utilizzo che se ne fa e dalle necessità. Devi entrare in confidenza con il tuo computer. È solo una cosa soggettiva. Non esiste una tecnologia migliore dell'altra», è la risposta del Cto.
Francesco Visone chiede le motivazioni che hanno spinto l'azienda ad aprire una sede a Milano. «Anni fa il mercato napoletano era diverso da quello odierno. È stata un'esigenza legata al business. Ad oggi però non ci basta, stiamo infatti cominciando a pensare all'internazionalizzazione dell'azienda». Marco Aiello chiede se c'è rivalità tra aziende. A rispondere è sempre il Cto: «La rivalità in questo contesto non esiste, anzi noi collaboriamo con altre aziende. L'ambito informatico è cosi ampio che è raro che ci sia un solo fornitore per un progetto». Laura Miele pone un quesito sulla consegna di un lavoro ai clienti e dei possibili ritardi: «Non si deve mai arrivare all'ultimo giorno - commenta Caccioppoli - Bisogna pianificare. Noi lavoriamo anche per la gestione delle attività stesse. Ci sono persone che lavorano solo per questo, ovvero dettano i tempi tramite riunioni quotidiane di 10 minuti. C'è un monitoraggio costante delle attività». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino