Gigi D'Alessio al Plebiscito, la notte degli omaggi: da Carosone a Dalla e Maradona

Gigi D'Alessio al Plebiscito, la notte degli omaggi: da Carosone a Dalla e Maradona
Le prove vanno bene, la scaletta la stiamo mettendo a punto e, forse, è la cosa più difficile. Gli ospiti, gli amici, i «friends», i colleghi che saranno...

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Le prove vanno bene, la scaletta la stiamo mettendo a punto e, forse, è la cosa più difficile. Gli ospiti, gli amici, i «friends», i colleghi che saranno con me in piazza del Plebiscito e in diretta su Raiuno sono tanti e ormai li conoscete (quasi) tutti. Alla loro presenza sono legati momenti speciali dello show dei miei primi trent'anni di canzoni, compresi tanti omaggi previsti.

Omaggi a maestri, miti, amici, leggende. Ve li racconto, ormai li ho messi a punto. Partiamo da «Napule», che cantavo con Lucio Dalla, Sal Da Vinci e Gigi Finizio e stavolta farò tutta mia, per ricordare il cantautore bolognese che mi onorò della sua amicizia e stima quando certa canzone engagè guardava a me con la puzza sotto il naso: cantando il napoletano Lucio Dalla canterò anche i napoletanissimi Totò e Caruso, quanti fantasmi ad animare il cuore, la mente, la voce. Penso al tenorissimo di fronte al San Carlo in cui sembra abbia rimediato gli unici fischi della sua vita. 

A Diego Armando Maradona dedicherò «Si turnasse a nascere»: quando la sentì si mise a piangere, poi diventò un video in cui c'era il nostro abbraccio, ma, soprattutto, le immagini della sua fantasmagorica, inimitabile carriera.

Al mio maestro Mario Merola, all'uomo che mi ha lanciato verso il primo successo, che mi ha regalato il primo momento d'oro non posso che riservare una nuova versione di «Cient'anne»: la sua immagine spunterà dal video, dal palco ci sarà la voce di suo figlio Francesco, ne sarebbe stato felice, amava la famiglia più di ogni altra cosa, persino più della canzone, persino più del mangiare.

Di Pino Daniele abbiamo detto ieri, nella «sua» piazza proverò a chiudere la notte di note con «Napule è», cantandola con gli ospiti che vorranno tornare sul palco, ma, soprattutto, con i diecimila seduti in platea.

Di Renato Carosone, invece, devo ancora dire: ho un suo pianoforte, ho scritto una canzone-lettera indirizzata a lui, e per provare a rendere la centralità del suo repertorio nel dna degli italiani dividerò con Fiorello un medley sulle note di «Tu vuo' fa l'americano», «Torero» e «'O sarracino».

Infine, Eduardo De Filippo: non può mancare nel mio, nel nostro pantheon, credo che Vincenzo Salemme sia il «complice» ideale per parlare del «masto». 

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Il Mattino