Morti in camice bianco, la politica è chiamata a intervenire

Morti in camice bianco, la politica è chiamata a intervenire
Si può morire in servizio, di superlavoro e di stress. Ce lo ha purtroppo dimostrato la storia personale del collega, primario del reparto di Medicina dell’ospedale...

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Si può morire in servizio, di superlavoro e di stress. Ce lo ha purtroppo dimostrato la storia personale del collega, primario del reparto di Medicina dell’ospedale Manduria, colto di malore dopo 24 ore continuative in corsia. Una storia che riempie il cuore di tristezza, ma che dovrebbe anche spingerci a qualche domanda. È la sanità che vogliamo? Una sanità che in piena emergenza Covid sembrava destinata a una rinascita e che ora invece ci appare già abbandonata a se stessa, con i problemi di sempre resi ancor più gravi da più di due anni di pandemia. Nelle prossime settimane le temperature si faranno bollenti, e negli ospedali - a comunicare dai pronto soccorso - si rischierà grosso. Le meritate ferie per chi non ha ancora potuto staccare, ma anche il persistere di una situazione di contagi pesante, rischiano di aggiungere difficoltà a difficoltà. Quanti altri colleghi si troveranno nella condizione di doversi sottoporre ad estenuanti straordinari?

Andare avanti a oltranza in questo modo non è possibile. Il rischio di un errore, anche fatale, è sempre dietro l’angolo. E se a farne le spese non è il paziente, c’è sempre il pericolo che il fisico ceda. Molti colleghi sono in servizio da una vita, non da ieri. Parliamo di donne e uomini che affrontano ogni giornata in trincea con l’entusiasmo del primo giorno, ma che sentono anche la fatica dell’età. Quanto si può chiedere ancora, qual è il sacrificio massimo al quale un medico deve sottoporsi in nome del Giuramento. Nessuno di noi si è mai tirato indietro, neanche rispetto a un virus al cospetto del quale eravamo del tutto inermi. Ora è giunto il momento che ad intervenire sia la politica.

* presidente Ordine dei medici di Napoli e provincia

 

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Il Mattino