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In sala operatoria, in modalità virtuale, si alternano i migliori chirurghi e si formano generazioni di specialisti che osservano il paziente, pur trovandosi a migliaia di chilometri di distanza. Qui, alla clinica San Michele di Maddaloni, il futuro sembra già presente. La struttura ha infatti avviato un programma di sanità digitale basato in larga parte sulla realtà aumentata che permette di condividere esperienze e competenze con 5 centri ospedalieri europei di primissimo piano.
«Le tecnologie ci consentono di connettere persone che si trovano in posti differenti», spiega Antonio De Simone, responsabile del laboratorio di Elettrofisiologia ed elettrostimolazione che, dopo il San Raffaele, è stato il primo ad avere sistemi di mappaggio ad altissima densità. Oggi un device integra trasmissione audio-video in modalità wireless. «Con questo dispositivo indossato dal chirurgo, specialisti da ogni parte del mondo possono “essere” in sala operatoria e vedere il paziente esattamente come lo vede chi maneggia il bisturi», rimarca De Simone, che aggiunge: «Il sistema ha sia una finalità formativa, sia di collaborazione in campo chirurgico».
«Il nostro obiettivo - sottolinea Lidia Barletta, membro del consiglio di amministrazione e coordinatore scientifico della clinica - è quello di sviluppare e introdurre in maniera costante tecniche chirurgiche d’avanguardia per dare vita alla sanità del futuro. Una sanità che consente di mettere a confronto, grazie alla realtà aumentata, professionisti con diverse capacità, ma anche di cancellare la distanza fisica tra medici e pazienti: è quest’impegno che ci ha consentito nel tempo di affermarci nel Sud, non solo in termini di competenze e nei processi di formazione scientifica». Tra le aree c’è la robotica, con l’impiego della piattaforma ROSA Knee che supporta le équipe chirurgiche durante gli interventi, consentendo il posizionamento ottimale della protesi del ginocchio. Poi c’è un sistema di monitoraggio a distanza di tutti i pazienti che hanno avuto l’impianto di un pacemaker, di un defibrillatore o di un sistema di re-sincronizzazione, e questa soluzione consente di evitare gli spostamenti e, durante la pandemia, permette di contenere il rischio di contagio. Proprio grazie alla capacità di guardare lontano, la clinica San Michele è stata scelta per progetti di collaborazione con le più prestigiose università internazionalicon l’obiettivo di sviluppare nuove tecnologie chirurgiche, portando Maddaloni un passo avanti, nel futuro.
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